Covid. Assembramenti per shopping natalizio e aperitivi nel fine settimana: Zaia convoca i sindaci

Assembramenti per shopping natalizio e aperitivi nel fine settimana: Zaia convoca i sindaci

di Alda Vanzan

I divieti ci sono, le indicazioni vengono ripetute da mesi, sempre uguali, un ritornello: mettetevi la mascherina, rispettate il distanziamento sociale, evitate gli assembramenti. E invece, niente. Nonostante i 4.821 morti (come se Casale di Scodosia, in provincia di Padova, improvvisamente scomparisse), nonostante i 3.244 ricoverati in ospedale (anche qui un intero paese, come se tutto Cinto Caomaggiore, nel veneziano, finisse in corsia), nonostante i nuovi casi di contagio (altri 3.277 positivi nell’arco di ventiquattr’ore), nonostante tutto pare che i veneti se ne infischino del coronavirus. Come se il contagio riguardasse altri: i vecchi, i malati, i più deboli.

 

Zaia convoca un vertice

Ieri Padova ieri è stata presa d’assalto per lo shopping natalizio. A Treviso è stata richiusa Calmaggiore, la strada principale. E a Verona da mezzogiorno la polizia locale ha dovuto attivare i sensi unici pedonali. Con le feste alle porte, la situazione rischia solo di peggiorare. È di questo che si parlerà oggi pomeriggio in un vertice convocato ancora sabato dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Parteciperanno i sindaci dei sette Comuni capoluogo. E non è escluso che tra le misure oggetto di studio ci sia la chiusura dei centri storici: a Padova, a Treviso, a Venezia, a Rovigo, a Vicenza, a Verona, a Belluno nel fine settimana potrebbero muoversi solo i residenti, vietando così l’arrivo dei pendolari.


Nuove misure restrittive


Il governatore Zaia non si sbilancia sulle soluzioni che potranno essere adottate. «Ho convocato i sindaci sabato, ci sentiremo domani (oggi, ndr) alle 14.30. Per me è fondamentale affrontare il tema degli assembramenti. È un problema che sta riguardando tutte le città italiane». Proposte? «Il fatto è che i cittadini se ne stanno fregando. I divieti di assembramento ci sono già, lo dice la legge, neanche il Dpcm. E allora cosa facciamo? Una ordinanza per ribadire che c’è il divieto?». Se i divieti non vengono rispettati, bisognerà intervenire sui controlli, fa capire Zaia. Quindi i Comuni dovranno mettere in moto la polizia locale? O si profilano interventi ancora più restrittivi?


Assembramenti, cosa fare?


A insistere per maggiori restrizioni è il Pd veneto. «Ci si è limitati a prevedere che ti devi sedere al tavolo dalle 11 del mattino e che dalle 10 nei supermercati hanno la precedenza gli over 65 anni - ha scritto su Facebook il segretario regionale dei dem, Alessandro Bisato -.

Nelle case di riposo la situazione sta diventando ingestibile per il numero di positivi, per non parlare delle terapie intensive negli ospedali. In compenso per aver posto la questione dei tamponi rapidi poco efficienti sono stato tacciato di disfattismo». E quindi? «Il “giallo plus” alla veneta ha dimostrato tutti i suoi limiti - dice Bisato - Il presidente della Regione dovrebbe convocare il tavolo con il sindaci dei Comuni capoluogo a suo tempo istituito, ma mai fatto funzionare. Proposte? Andrebbe valutato il divieto di spostamento da un Comune all’altro nel weekend. E anche altre misure».


«Non bastano più gli appelli alla responsabilità dei cittadini da parte del presidente Zaia. È evidente che di fronte a un quadro che si presenta sempre più serio servono misure e ordinanze chiare», dicono i consiglieri regionali. «La zona gialla, abbinata alle misure di prevenzione che vengono adottate oggi in Veneto, non funziona - dice la deputata Alessia Rotta -. I cittadini sono confusi perché il governatore passa dalle minacce contro gli assembramenti, agli appelli per far riaprire gli impianti sciistici. Ora è necessario che il governatore faccia chiarezza e dimostri che autonomia non è una parola vuota da usare quando fa comodo». Un invito a lavorare tutti assieme arriva dal padovano Massimo Bettin, dirigente nazionale del Pd, che su Fb scrive: «Deporre le armi e i narcisismi tipici della politica per un po’ di tempo. Sedersi attorno a un tavolo, virtuale. Decidere assieme che la situazione impone delle restrizioni. Assumerle senza tatticismi e finché siamo in tempo. Comunicarle con sincerità e unità ai veneti».



Se in Veneto il totale dei contagi è salito a 191.709, con 3.277 nuovi casi e altri 33 decessi, nel bollettino di ieri sera emerge una minore pressione sugli ospedali: solo 2 nuovi ricoveri e nessuno in rianimazione. Ma va anche detto che ieri era domenica, giornata che solitamente registra rallentamenti anche sul fronte dei tamponi. In Friuli Venezia Giulia, invece, 573 nuovi contagi (il 7,96% dei 7.194 tamponi eseguiti, tra cui è compresa una quota di test antigenici rapidi), 60 i ricoveri in terapia intensiva, 655 negli altri reparti.


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Dicembre 2020, 08:22
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