Omicidio Caruso, l'identità dell'assassino potrebbe nascondersi tra i contatti del cellulare di Mattia

I carabinieri hanno sequestrato il telefonino mentre il pm Roberto Piccione ha disposto l'autopsia: si capirà esattamente quale arma è stata usata per ucciderlo

Omicidio Caruso, l'identità dell'assassino potrebbe nascondersi tra i contatti del cellulare di Mattia

di Marina Lucchin

PADOVA - Perché Mattia Caruso ha incontrato quell'uomo nel parcheggio del locale? Anche lui era alla festa o si erano dati appuntamento lì? Perché hanno litigato? E, specialmente, che fine ha fatto il suo aggressore e probabile omicida? Sono solo alcune delle tante domande ancora senza risposta sull'assassinio del 30enne di Albignasego, ammazzato con una sola profonda coltellata al cuore nel parcheggio del locale I laghetti di Sant'Antonio a Montegrotto. A custodire qualche risposta potrebbe essere il cellulare di Mattia, che domenica è stato sequestrato dai carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda. Tra le ultime chiamate, infatti, potrebbe nascondersi il contatto dell'uomo misterioso, quello descritto dalla fidanzata di Caruso come un giovane di colore, con una felpa o una giacca con cappuccio. Intanto il pubblico ministero Roberto Piccione ha disposto l'autopsia sul corpo del 30enne: verrà affidata giovedì a Stefano D'Errico, medico legale dell'Università di Trieste. Grazie all'esame si riuscirà a capire con esattezza che tipo di arma è stata usata e con il test tossicologico sarà possibile scoprire se il 30enne avesse fatto uso di sostanze stupefacenti o medicinali. Una teoria, come l'uso di anfetamine, che spiegherebbe come Caruso abbia potuto guidare l'auto per poco meno di 5 chilometri nonostante una coltellata mortale al cuore.

I punti oscuri

Gli elementi finora raccolti portano a ritenere che sia stata opera di una sola persona, di sesso maschile. Molti sono però i punti ancora oscuri nei tragici momenti che hanno portato all'omicidio. La fidanzata di Mattia, Valentina, ad esempio, non ha saputo ancora dire agli inquirenti se l'uomo con cui il suo ragazzo ha parlato - il principale indiziato dell'omicidio - fosse una persona a lui conosciuta o se l'avesse incontrato per la prima volta alla festa, dove magari era scoppiato un battibecco.

I fatti

Mattia domenica ha passato la serata con la fidanzata nel locale Laghi di Sant'Antonio, nella zona artigianale di Montegrotto, dove si è tenuta una festa.

Alle 23.30 i due sono usciti, come testimoniato anche dal gestore. Caruso, secondo le prime testimonianze di Valentina, ha incontrato un altro uomo nel parcheggio, dove è stato accoltellato, e poi, guidando la sua auto, ha percorso circa due chilometri in direzione di Abano. Qui, all'inizio di via dei Colli Euganei, appena prima della rotatoria con via Busi, ha accostato scendendo e accasciandosi sanguinate sull'asfalto, dove è stato soccorso e portato in ambulanza a Padova per poi morire, alle 0.20, al pronto soccorso di via Giustiniani. Poco più di mezz'ora è dunque durata l'agonia del trentenne. Ma cosa esattamente sia accaduto in quei minuti deve ancora essere chiarito.

Il racconto

Valentina non ha nemmeno capito immediatamente quanto fosse grave la situazione. Non sapeva nemmeno che Mattia fosse morto, gliel'hanno dovuto spiegare dopo quando è stata sentita dagli inquirenti per capire cosa fosse successo. «Ho visto Mattia appartarsi nel parcheggio del locale con un uomo, che però non so chi fosse - ha raccontato la fidanzata ai carabinieri - Io lo ho aspettato a bordo della sua auto e lui è salito pochi minuti più tardi, partendo in direzione della tangenziale dei Colli. Mi sono accorta che era ferito solo quando lui ha accostato l'auto». Valentina è stata ascoltata dagli inquirenti per tutta la notte dell'omicidio e per buona parte della giornata di ieri. Al momento nessuna accusa viene mossa nei suoi confronti, né alcuno risulta per il momento in stato di fermo.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Settembre 2022, 10:20
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