«Pandemia rilanciata da pochi sciagurati positivi che portano in giro il contagio»

«Pandemia rilanciata da pochi sciagurati positivi che portano in giro il contagio»

di Serena De Salvador

PADOVA - Ha meno di quarant’anni, vive a Padova e in questi giorni ha frequentato amici, conoscenti, luoghi pubblici. Il tutto nonostante fosse consapevole di essere positivo al Covid e, di conseguenza, tenuto a rispettare la quarantena. Ha così finito per contagiare almeno altre cinque persone, che hanno fatto l’amara scoperta dopo essere state contattate dalla Ulss ed essersi sottoposte al tampone. Persone che nei giorni precedenti, inconsapevoli della loro condizione, potrebbero involontariamente aver contribuito a diffondere il contagio.
L’uomo è stato segnalato alle forze dell’ordine, ma non è che uno dei diversi casi analoghi che si stanno registrando nel padovano. A cui peraltro si aggiungono coloro che sono restii a fornire alle autorità sanitarie le informazioni necessarie a tracciare e delimitare i contagi. «La maggior parte delle persone sono collaborative e attente –constata Lorena Gottardello, responsabile del Dipartimento di prevenzione– ma bastano pochi sciagurati per dare al Covid terreno fertile».
I NUMERI
Tra venerdì e sabato in provincia il bollettino di Azienda Zero segnalava 94 nuovi casi positivi, che hanno portato il totale delle persone attualmente contagiate a 1.703 (83.267 da inizio pandemia). In Azienda ospedaliera ieri mattina erano ricoverate 12 persone nei reparti ordinari e 5 in terapia intensiva, con un aumento di 3 unità nel primo caso e di una nel secondo. Il maggior numero di contagi continua a essere causato dalla variante Delta (indiana) che, nonostante il buon andamento della campagna vaccinale, continua a diffondersi, ora specialmente tra i più giovani.
IL PROBLEMA
Ed è ora proprio nelle persone con meno di 40 anni che si riscontrano in modo evidente due modi opposti di affrontare la malattia. «Il Dipartimento di prevenzione è costantemente impegnato nel tracciare i contatti dei positivi –spiega Gottardello–. Chi è contagiato viene informato dell’esito del tampone appena è disponibile, viene invitato a stare in quarantena, a informare i contatti stretti e a fornire i nominativi per procedere con le inchieste epidemiologiche. Eppure, se da un lato molti sono propensi ad aiutare e molto precisi nelle informazioni, non manca chi invece non risponde al telefono, o addirittura rifiuta di fornire le informazioni, o ancora le comunica volutamente sbagliate. È un fenomeno che desta non poca preoccupazione: è così che la pandemia prospera».
GLI EPISODI
C’è dunque chi circola liberamente fuori casa nonostante sappia di essere positivo al virus, ma anche chi minimizza e nega per non dover rinunciare alle vacanze prenotate, come nel caso dei genitori di alcuni ragazzini che (in quanto contatti di positivi) sarebbero dovuti restare in isolamento e che invece hanno deciso di partire ugualmente. Ancora, c’è anche chi non solo non evita i contatti sociali, ma nemmeno informa le altre persone della propria condizione. Soggetti che, qualora violino la quarantena, vengono segnalati alle forze dell’ordine e sono passibili di denuncia.
L’APPELLO
«Ancora una volta, urge fare appello al senso di responsabilità –conclude Gottardello–. Basta una persona che infrange le regole per mandare in fumo l’impegno e i sacrifici di migliaia di altri. Attualmente non possiamo più parlare di veri e propri focolai perché, dopo i casi di rientro dall’estero delle settimane scorse, ormai l’epidemia circola a macchia di leopardo in provincia. Settembre e il rientro a scuola sono vicini, non possiamo farci trovare impreparati. L’invito è sempre lo stesso: vacciniamoci, proteggiamoci, siamo responsabili».

 


Ultimo aggiornamento: Domenica 1 Agosto 2021, 12:07
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