Roma, torture e violenze a due bimbi dell'asilo: condannata una suora

Picchiati e rinchiusi in una scatola all'asilo, l'aguzzina era una suora

di Michela Allegri
LA SENTENZA
Li teneva rinchiusi per ore nella “scatola di Houdini”, una cassapanca di legno che, invece di essere utilizzata per riporre i giocattoli, veniva sfruttata come strumento di tortura. A differenza dell'illusionista francese, le piccole vittime intrappolate da lì dentro non riuscivano mai a fuggire. Per due gemellini di 5 anni non c'era alcuna magia tra le mura del loro asilo di via Bravetta, zona Gianicolense. Sono stati sottoposti a violenze fisiche e continue vessazioni psicologiche. La “aguzzina” è una suora quarantenne, originaria dell'India ed ex insegnante nella scuola materna “Maria Santissima Mediatrice”. Ora, oltre a essere stata allontanata dall'istituto e sospesa dall'incarico, è stata anche condannata a 5 anni di reclusione per maltrattamenti su minori. Per l'accusa, avrebbe costretto i fratellini a subire vere e proprie cattiverie quotidiane. Punizioni ingiuste, continue sculacciate per fare rispettare le regole, ramanzine ripetute e urlate. Piccole crudeltà che per i due bimbi erano gigantesche, soprattutto perché protratte per mesi.

LA DENUNCIA
Come si legge nel capo d'imputazione, firmato dalla pm Silvia Santucci, gli alunni avrebbero infatti sviluppato «una malattia nel corpo e nella mente consistita in disturbo postraumatico da stress».
L'inchiesta scatta nel giugno 2010. I genitori dei piccoli si presentano in Procura e sporgono denuncia. Sono allarmati e spaventati: quando i gemellini tornano a casa dopo aver frequentato l'asilo, fanno racconti molto strani. Dicono che la suora li costringe a subire punizioni assurde, come quando li rinchiude per ore nel fondo di una cassapanca e si siede sul coperchio per evitare che si liberino. I bimbi raccontano anche tante altre cose, spesso ambigue. Il sospetto è che possano aver subìto abusi. Tanto che il pubblico ministero decide di indagare l'insegnante non solo per maltrattamenti, ma anche per molestie sessuali in danno di soggetti minori. Le molestie in questione sarebbero addirittura aggravate, visto che, come si legge negli atti, la donna avrebbe approfittato della sua qualità di insegnante, sottoponendo a vessazioni gli alunni «mentre erano affidati per ragioni di cura ed educazione alla sua custodia». I piccoli, infatti, riferiscono di essere stati investiti da troppe attenzioni morbose e non gradite. Due anni dopo, la Procura ottiene il rinvio a giudizio della religiosa. Il gup ritiene valide entrambe le contestazioni.

IL DIBATTIMENTO
Secondo la ricostruzione iniziale degli inquirenti, non confermata durante il dibattimento, la suora «in tempi diversi e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, nella sua qualità di insegnante e abusando della stessa, costringeva i gemellini affidati alla sua custodia a subire ripetuti atti sessuali», come si legge nel capo d'imputazione. Gli abusi sarebbero proseguiti per mesi. A fine processo, dopo aver ascoltato decine di testimonianze, il magistrato decide però di proporre l'assoluzione della religiosa dall'accusa di molestie: non è stato possibile provare la sua piena colpevolezza. Il pubblico ministero chiede invece che l'imputata venga condannata a tre anni per i maltrattamenti. Durante la discussione ribadisce le contestazioni scritte negli atti: la donna, per mesi, avrebbe sottoposto i bimbi «a quotidiane violenze sia fisiche che psicologiche, mettendoli anche per punizione all'interno della scatola di Houdini». Il giudice è più severo: dispone cinque anni di reclusione.

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Maggio 2016, 09:35