Villa Ada, l'area verde sta morendo
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Villa Ada, l'area verde sta morendo tra degrado e abbandono

di Lorena Loiacono
Un bosco in città. Pochi possono permetterselo e Roma è tra questi. Peccato però che di quel bosco, il cuore pulsante di una delle Ville più belle d’Italia, sembra non volersene curare nessuno. Nel vero senso della parola. L’incuria, infatti, sta divorando una delle aree verdi più grandi della Capitale: Villa Ada che, con i suoi 158 ettari di estensione, è seconda solo a Villa Pamphili.

Un gioiello unico che sa offrire ai suoi visitatori passeggiate nel verde e tour culturali, in un solo colpo. Impossibile non innamorarsene. E allora Leggo, di fronte al degrado in cui versa la Villa, non resta indifferente e, dopo aver raccolto foto, video e testimonianze sul posto, parte con la campagna in tutela di Villa Ada. Al fianco di una romana d’eccezione, l’attrice Margherita Buy che come una vera e propria cronista ci ha accompagnati nella Villa per verificare passo dopo passo le buche, i rami e i tronchi lasciati a terra o tagliati lungo il viale Don Luigi Di Liegro, le aree più pericolose per i bambini e quelle abbandonate da anni, le recinzioni che mancano e la cura del verde che, assente, provoca crolli, sporcizia e abusi. A cominciare dagli alberi: quello crollato sui giochi per i bambini, venuto così alla ribalta delle cronache, e decine tagliati per motivi di sicurezza. «Dovevano arrivare oltre 60 nuovi alberi – spiega Giuseppe Gerace, presidente del municipio 2 – ma così non è stato. Ho chiesto spiegazioni al dipartimento: le nuove piante arriveranno a ottobre».

E tra i cittadini il malumore cresce: «Manca una seria programmazione – denuncia Andrea Ferraretto dell’Associazione Amici di Villa Ada – Villa Ada andrebbe inserita nella gestione di Roma Natura come avviene per le 13 riserve naturali di Roma, da Decima a Marcigliana e Monte Mario. Non può essere considerata come una Villa storica al pari di Parco Nemorense: il bosco ha bisogno di una gestione forestale». Non c’è sicurezza, neanche per i visitatori: un’area tanto vasta conta solo sui militari fuori dall’ambasciata d’Egitto, tutto intorno il nulla. E i vandali se la ridono: dal Tempietto, riqualificato e già nell’abbandono, alle scuderie che, dopo diverse proposte di restyling, restano lì a marcire. Le immagini, dalle videocamere di Leggo entrate nei locali senza recinzioni, svelano un mondo a parte: lunghi corridoi e stanze distrutti, pavimenti mangiati dall’acqua e a rischio crollo, pericolosamente alla portata di chiunque sia in cerca di avventura. Tutto in frantumi, come il cuore dei romani che in quei viali alberati hanno trascorso la loro vita.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Aprile 2016, 09:44
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