Roma, choc all'Umberto I, ricoverato per un'infezione muore al pronto soccorso

"Le faccio una flebo, guarirà" e muore al pronto soccorso: aperta inchiesta all'Umberto I

di Elena Panarella
Un altro caso di sospetta malasanità. Vittima un uomo, Daniele Battistelli, 47 anni, papà di un bimbo di tre anni, che giovedì pomeriggio si è rivolto al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I lamentando forti dolori a un testicolo. I medici dopo ore di attesa gli hanno diagnosticato un'infiammazione alle vie urinarie. Niente di preoccupante. Dopo alcune ore per lenire le sofferenze dell'uomo gli hanno somministrato una flebo di Artrosilene, un antinfiammatorio. Così quel forte fastidio e bruciore andava pian piano diminuendo. Daniele manda dei messaggi alla compagna Rossella: «Sono ore che aspetto ma ora sembra che vada un pochino meglio. Tra un po' sicuramente torno a casa». Ma non sarà così. Passa un'altra ora e un'infermiera gli porta un'altra flebo, questa volta un antibiotico «vedrà che con questa andrà meglio». «Si trattava di una flebo di Augmentin», racconta ai parenti una paziente ricoverata anche lei al Pronto Soccorso «un medicinale apparentemente comune». «Il tempo di inserirla nel braccio e si è iniziato a sentire male, ha subito detto: ho la bocca che sa di metallo. Mi sento male». Momenti frenetici, «i medici hanno fatto di tutto, ma non c'è stato niente da fare».

ISTANTI FATALI
In mano Daniele stringeva il cellulare con le foto del suo piccolino che stava mostrando orgoglioso ad altri malati. «Dopo aver preso quel medicinale è iniziata ad uscirgli dalla bocca una schiuma bianca. Ha fatto in tempo a dire mi sento male, mi sento male e si è accasciato a terra», racconta la ragazza ancora sotto choc. «Stava meglio, i dolori gli stavano passando - raccontano ai familiari altri pazienti - Non c'è stato nulla da fare tutto è accaduto in pochi istanti, non si è capito più nulla. Siamo rimasti tutti sconvolti». E così a nulla è valso il tentativo di rianimarlo, nello sbigottimento e incredulità degli altri malati, Daniele è spirato nel giro di poco tempo.
 

«È uscito un medico e ci ha detto Battistelli è in arresto cardiocircolatorio stiamo tentando di rianimarlo», raccontano la sorella e il papà che erano fuori ad aspettarlo. «Poco dopo ci hanno detto: è morto». «Abbiamo chiamato subito la polizia perché quello che era accaduto era evidentemente poco chiaro. Daniele è stato sempre un ragazzo forte, non ha mai avuto problemi - raccontano - Quei dolori però erano insistenti e così lo abbiamo accompagnato al pronto soccorso ma con la consapevolezza che non era nulla di grave. La diagnosi immediata parlava di infezione alle vie urinarie e così stavamo solo aspettando che si calmassero i dolori per ritornare tutti insieme a casa. Ma così non è stato. Andremo fino in fondo per capire cosa è accaduto in quella stanza. Ci sono testimoni, ora vogliamo solo giustizia».

LE INDAGINI
Non sono ancora chiare le cause del decesso tanto che ieri pomeriggio è stata eseguita dal medico legale Mirko Massimilla del Policlinico Tor Vergata, su ordine del magistrato inquirente, l'autopsia sul corpo dell'uomo.
Sul posto sono subito accorsi gli agenti del commissariato Viminale. La Procura si è mossa dopo che i familiari hanno presentato la denuncia per individuare eventuali responsabilità della morte di Daniele. Il Pm Marcello Monteleone ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Ma già questa mattina si potranno conoscere i risultati dell'autopsia per avere un quadro più preciso sulle cause della morte e capire se si sia trattato di una reazione allergica a un medicinale o un malore di altro tipo. La famiglia, la compagna, vogliono che sia fatta luce su cosa sia accaduto in quelle ore trascorse dall'insorgere del malessere sino al momento del decesso. «Vogliamo solo la verità».

Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Luglio 2016, 09:32
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