Tumori, ex paziente dell'Ifo di Roma:
"Con lo yoga ho combattuto l'ansia"

Tumori, ex paziente dell'Ifo di Roma: ​"Con lo yoga ho combattuto l'ansia"
ROMA - Respiro e meditazione in aiuto ai malati ed ex malati oncologici. Come metafora della leggerezza, lo yoga produce in chi lo pratica allentamento delle tensioni, emotive e fisiche.

Da tempo sono del resto noti i benefici nella gestione dello stress e dell'ansia delle pratiche che si basano su respirazioni profonde. All'ospedale di Roma Ifo Regina Elena, dal 2010 la Federazione italiana Yoga (Fiy) ha attivato, a livello di volontariato e all'interno di un ampio programma di umanizzazione delle cure, un laboratorio di yoga dove degenti, malati in day hospital ed ex malati possono gratuitamente avvicinarsi alla pratica. Un'ora e mezzo di yoga una volta la settimana con insegnanti della Federazione.

Paola De Vita, 49 anni, avvocato romano, ha vissuto l' esperienza della malattia e con essa la scoperta dello yoga di cui parla come di «un innamoramento». Cinque anni fa la diagnosi di un tumore al seno. «Mi sono molto spaventata - racconta in occasione della Giornata mondiale contro il cancro che ricorre oggi - mi sono trovata spaesata. Priva di informazioni e con la forte sensazione di aver perso il controllo di me stessa».

Dopo l'intervento chirurgico e le cure del caso, Paola approfitta dell'opportunità dell'ospedale Regina Elena di sperimentare sedute di yoga. «È stato amore a prima vista. Da subito ho capito i doloretti che avevo, i limiti imposti al mio corpo dall'intervento. Piano piano i muscoli e le tensioni si sono allentate. Mi sono sciolta. Per me lo yoga è stata la possibilità di risentire il mio corpo senza paura. Ho perso l'ansia che avevo nel movimento. Mi sono rasserenata, ho accettato le cure, ho tratto da queste il massimo beneficio. Ancora oggi, vado ancora una volta la settimana in ospedale e continuo a praticare yoga. Mi ritaglio anche cinque minuti ogni giorno a casa. È molto utile».

«Ritrovarsi una volta la settimana in ospedale per fare yoga insieme a chi ancora si trova nel percorso delle cure è molto importante. Sia per noi ormai fuori ma anche per chi ancora lotta e nonostante la fatica che fa, non manca alle lezioni. Per me - prosegue Paola - lo yoga è stato un grande sostegno nel disagio della malattia, per affrontare la paura e combattere lo stress dei controlli. Fondamentale l'acquisizione della consapevolezza del proprio corpo e della ritrovata fiducia nelle proprie possibilità, tutto fatto con leggerezza, senza correre, nel rispetto dei tempi personali. Una modalità che ora mi ritrovo a livello comportamentale nella vita ogni giorno. Prima della malattia non ero così, vivevo con ansia tutto. Questo mio cambiamento lo devo allo yoga». «Il corso che facciamo con i malati - spiega l'insegnante di yoga Porzia Favale, vicepresidente della Fiy Lazio, e promotrice del laboratorio all'Ifo - raggiunge ottimi risultati sulla maggiore elasticità e maggiore capacità di concentrazione. Questo produce un migliorato benessere psicofisico in generale».

«Ogni volta che torno da una lezione con i malati - dice ancora Porzia - sono sempre senza parole. Mi trovo di fronte a persone coraggiose, forti ed umili. Penso sia un'opportunità ed una ricchezza per me contemplare il mistero del dolore e della speranza. Certa che l'energia che lo yoga produce aiuta i pazienti a gestire lo stess e ad incrementare la resilienza». Fra l'altro, anche il rapporto umano «che si stabilisce fra pazienti e fra questi e gli insegnanti costituisce un ulteriore supporto al processo di cura che viene così arricchito dell'aspetto umano, nell'aiuto, nell'ascolto, nel semplice incontro». Adesione a questa pratica ed all'odierna Giornata mondiale dal Commissario straordinario degli Ifo Marta Branca, convinta che lo slogan 'Io posso. Noi possiamo' non sono solo parole: dal cancro si guarisce. Ecco perché è bene - dice - sostenere «iniziative di umanizzazione delle cure, svolte insieme a realtà sportive e culturali che ci supportano. Importante aprire l'ospedale al territorio, all'arte, alla cultura, alla condivisione di esperienze».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Febbraio 2016, 18:15
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