Teatro dell'Opera, firmato l'accordo
per evitare i licenziamenti

Teatro dell'Opera, firmato l'accordo per evitare i licenziamenti

di Paola Lo Mele
L'accordo che scongiura i licenziamenti di orchestra e coro delll'Opera di Roma viene raggiunto nella notte. La Fondazione e tutti e sette i sindacati firmano un'intesa per il risanamento e il rilancio del teatro che prevede circa 3 milioni di risparmi, l'impegno a non scioperare sui temi dell'accordo e il congelamento di una parte degli stipendi accessori di tutti i lavoratori nel 2015 e 2016. Biennio in cui, parallelamente, si prevede di aumentare le repliche in scena.





Con questi presupposti, il 24 novembre il sovrintendente Carlo Fuortes porterà nel prossimo Cda (a cui spetta la ratifica) il ritiro della procedura di licenziamento di oltre 180 persone. Dal Campidoglio il sindaco Ignazio Marino parla di «un successo per tutta la città» con l’Opera che «può tornare al lavoro con serietà e serenità. La posizione di fermezza e l’aver messo sul tavolo anche la scelta più difficile evidentemente ha costretto tutti a riflettere – sottolinea -. Spero che questo possa convincere anche il Maestro Muti, che resta in ogni caso direttore onorario a vita, col tempo, a rivedere le sue decisioni». Il maestro, a settembre, aveva rinunciato a dirigere l'Aida e Le Nozze di Figaro: «Non ci sono le condizioni per garantire quella serenita' che mi e' necessaria», aveva scritto nero su bianco, ma ora in tanti sperano che quell'addio sia in realtà un arrivederci.



«Il teatro con questo accordo può tornare alla normalità – sostiene Fuortes -. Il 27 novembre ci sarà l'apertura della stagione e sono convinto che da quel momento il teatro inizierà, nell'eccellenza artistica, un cammino di normalità. Una volta che questo accadrà, non escludo che Muti torni». E se tanti sono i commenti di apprezzamento dell'intesa, non mancano nemmeno le critiche: «Meglio feriti che morti», sintetizza un maestro del coro. E un orchestrale gli fa eco: «Paghiamo un prezzo alto...». Secondo Alberto Manzini della Slc Cgil l'accordo «ricade quasi tutto sulle spalle dei lavoratori, che perderanno dai 120 ai 200 euro al mese di stipendio. Abbiamo firmato perché c'erano in ballo i licenziamenti, illegittimi, e molti sono stati indotti a deporre le armi». L'intesa attende ancora un passaggio nelle assemblee dei lavoratori, non solo artisti, ma anche tecnici e amministrativi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Novembre 2014, 09:24