Metro C, sorpresa durante gli scavi: spunta
la vasca d'acqua più grande dell'antichità

Metro C, sorpresa durante gli scavi: spunta ​ la vasca d'acqua più grande dell'antichità

di Valeria Arnaldi
«Si tratta di una vasca così grande che supera il perimetro del cantiere e poteva contenere oltre 4 milioni di litri d’acqua». Sorge nel cuore di Roma il «più grande bacino idrico mai ritrovato» ed è stato scoperto per caso. Il tesoro è venuto alla luce durante gli scavi per la fermata San Giovanni della Metro C.





A dare l’annuncio è stata ieri Rossella Rea, responsabile scientifico degli scavi archeologici nel cantiere. Il bacino si trova in un’azienda agricola della Roma imperiale, «la più vicina al centro di Roma che sia mai stata ritrovata», e sarebbe stato aggiunto nel I secolo alle strutture di distribuzione idrica dell’impianto agricolo attivo dal III secolo a.C., nell’attuale zona tra via La Spezia e via di San Giovanni. Foderata di coccio pesto idraulico, la vasca, come spiegato dalla Rea, è «così grande che non è stato possibile scoprirla interamente». La capacità stimata attualmente è, dunque, solo quella intuibile dalle dimensioni attuali. Il bacino misurava circa 35 metri per 70, ossia un quarto di ettaro. «Nessun altro bacino rivenuto nell’Agro Romano – prosegue – ha dimensioni paragonabili». Probabilmente, veniva utilizzato come riserva per le coltivazioni, ma anche come vasca di compensazione per fare fronte alle piene del fiume. «Oltre le pareti del cantiere la vasca si estende verso le Mura, dove probabilmente si conserva, e in direzione di piazzale Appio, nell'area interessata dalla stazione della Linea A ove, invece, è stata sicuramente intercettata e distrutta senza che ne fosse documentata l'esistenza». Un vero tesoro. Le indagini archeologiche hanno messo in luce testimonianze della presenza antropica fino a oltre 20 metri di profondità, isolando 21 diverse fasi. «Le informazioni storiche sul settore di San Giovanni erano molto scarse – conclude – del resto, il territorio ha subito trasformazioni tali da nascondere sotto metri di terreno le strutture repubblicane e imperiali esistenti fino a fine del III secolo».



Nuove luci sulla storia, dunque. Lo scavo all'interno della futura stazione San Giovanni presenta un gran numero di tegole, tubuli, meravigliose antefisse architettoniche e altro materiale fittile contrassegnato dalle lettere TL, iscritte in un cerchio. Per l’archeologa Francesca Montella «è la prova dell'appartenenza di tutte le strutture rinvenute a un unico impianto e a un unico proprietario», probabilmente un facoltoso liberto la cui identità resta, per il momento, sconosciuta.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Dicembre 2014, 08:57