Ha smesso di lavorare per una grave malattia ma l'Inps gli nega la pensione: ci pensa la magistratura

Ha smesso di lavorare per una grave malattia ma l'Inps gli nega la pensione: ci pensa la magistratura

di Michela Allegri
Ha dovuto smettere di lavorare a causa di una grave patologia. Dal 2013 chiede all'Inps di poter ottenere la pensione d'invalidità, ma non ha mai avuto riposta. Sono stati i magistrati della Corte di conti a risolvere la situazione: il giudice Eugenio Musumeci ha imposto all'ente di pagare. Il magistrato ha infatti accolto la domanda di attribuzione della pensione avanzata dal ricorrente, stabilendo il saldo delle somme «dalla data di risoluzione del rapporto di lavoro, con maggiorazione di interessi legali e rivalutazione monetaria sui ratei maturati», si legge nella sentenza.

A rivolgersi ai magistrati di via Baiamonti, un ex dipendente dell’amministrazione scolastica. Lo scorso dicembre ha denunciato di aver risolto il proprio rapporto di lavoro il 18 ottobre 2013, a causa di una «permanente inidoneità al servizio». Il ricorrente, infatti, è malato: ha una grave leucemia accertata dalla Commissione medica di verifica il 2 ottobre di quattro anni fa. Dal 29 dello stesso mese, l'ex dipendente aveva chiesto l’attribuzione della pensione di inabilità. La sua richiesta, però, «era rimasta totalmente inevasa dall’Inps», scrive il giudice.

Lo scorso 13 febbraio, il denunciate ha precisato di non percepire alcun trattamento pensionistico. Nel frattempo, la sua situazione economica si è aggravata, così come la malattia. A dire dell'Inps, l'intoppo burocratico sarebbe stato causato da una mancata risposta. L'ente aveva infatti diramato una circolare con cui imponeva di accertare, oltre alla contribuzione nella gestione ex Inpdap (ossia quella relativa al rapporto di pubblico impiego risolto il 18 ottobre 2013), anche quella «disponibile nelle diverse forme assicurative in ambito Inps». Si trattava cioè della gestione per i dipendenti privati e quella ex Enpals. Quest’ultima gestione, nonostante vari solleciti, non avrebbe ancora fornito alcun estratto conto contributivo. Un ritardo che, a dire dell'ente, avrebbe impedito di liquidare la pensione di inabilità e le specifiche quote riferibili a ciascuna gestione.

Il magistrato sottolinea però che «l’Enpals è stato soppresso dall’inizio del 2012 e le sue funzioni sono state attribuite all’Inps». Per il giudice «è assurdo che, a distanza di oltre cinque anni da tale soppressione, l'ente possa dolersi dell’inadempienza della gestione ex Enpals, come se si trattasse di un soggetto diverso dall’Inps e autonomo». Per questo motivo l'ente previdenziale «deve essere in grado di liquidare la pensione di inabilità al ricorrente sulla base anche della contribuzione che questi vanta nella gestione ex Enpals». Non è tutto. Musumeci sottolinea anche che, in caso di mancato pagamento, «la Corte potrà designare un commissario ad acta per provvedere alla liquidazione».
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Marzo 2017, 09:02
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