Dalla bancarotta ai fondi nei paradisi fiscali,
30 evasori condannati a 250 anni complessivi

Dalla bancarotta ai fondi nei paradisi fiscali, 30 evasori condannati a 250 anni complessivi

di Davide Manlio Ruffolo
Sono 250 gli anni di reclusione che, complessivamente, sono stati inflitti agli oltre 30 imputati nell'ambito di un processo su di una serie di reati fiscali e tributari. Sottrazione fraudolenta di somme destinate al pagamento delle imposte, bancarotta e violazione di altri reati tributari sono i reati che, a seconda delle posizioni, venivano contestati agli imputati. 

Tra loro spiccano i nomi dell'ex presidente della Confcommercio Lazio, Cesare Pambianchi, e del suo socio con cui condivideva uno studio commercialistico dei Parioli, Carlo Mazzieri, entrambi condannati a 3 anni di carcere. Due anni la pena detentiva inflitta all'avvocato Sergio Scicchitano, cliente dello studio, noto per aver ricoperto, in passato, il ruolo di legale di riferimento dell'Italia dei Valori. 

Le pene più elevate sono state inferte alle persone chiamate a rispondere di alcuni episodi di bancarotta fraudolenta. Ventidue gli anni di reclusione inflitti a Georgieva Marinka Gospodinova e 16 quelli toccati a Dimitrov Nikolay Ivanonv, ritenuti dall'accusa dei prestanome. Secondo gli inquirenti, gli imputati avrebbero escogitato un ingegnoso piano grazie al quale riuscivano ad aiutare società e gruppi finanziari, in stato prefallimentare, a trasferirsi all'estero. 

In questo modo gli imputati riuscivano ad aggirare e quindi evadere il fisco. Quello appena concluso, però, è uno stralcio del processo principale, tutt'ora in corso, nel quale Pambianchi e Mazzieri sono accusati di associazione a delinquere e di altri reati fiscali. 
Secondo l'accusa, in quest'ultimo procedimento, attraverso 703 società fittizie dislocate tra Londra, Montecarlo, Roma e Sofia, gli imputati sarebbero riusciti a nascondere al fisco, la cifra record di 600 milioni di euro.
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Settembre 2016, 09:05
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