Scavo è stato incolpato in base al decreto legislativo che disciplina gli illeciti disciplinari dei magistrati, con riferimento alla norma che sanziona i «comportamenti abitualmente o gravemente scorretti nei confronti delle parti, dei loro difensori, dei testimoni o di chiunque abbia rapporti con il magistrato nell'ambito dell'ufficio giudiziario». I fatti risalgono ad un periodo compreso tra il 2009 e il 2011. Nel caso specifico il pm, dopo aver conosciuto «per ragioni di lavoro» alcune avvocatesse e una consulente della procura, avrebbe instaurato con loro «rapporti confidenziali, anche contemporaneamente gli uni agli altri, secondo consuete ed abituali modalità di approccio attuate con ripetuti contatti via email (...) ed incontri in ufficio. Nell'ambito di questi rapporti, si legge nell'incolpazione, avrebbe rivolto le avances e gli apprezzamenti a sfondo sessuale »che costituivano oggettivamente fonte di disagio (e tali considerati dalle destinatarie, alcune delle quali decidevano però di 'stare al giocò nella prospettiva di eventuali vantaggi)«.
Scavo avrebbe rivolto frasi »del tutto inopportune e improprie« anche nei confronti di una sua collega assegnatagli in tirocinio e ciò sarebbe avvenuto »subito dopo le presentazioni e, dunque, in difetto di ogni relazione di consuetudine e di amicizia che potesse in qualche modo giustificare alcuna confidenza«.
Sempre secondo il capo di incolpazione, in cui si cita anche un altro episodio dello stesso genere, »tali condotte, per le concrete modalità di estrinsecazione, integrano gli estremi della abituale e grave scorrettezza« e »determinano, di per sè, il discredito dell'immagine del magistrato, nonchè la lesione del prestigio della magistratura«.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Maggio 2016, 17:08
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