Pompi, l'assurda provocazione.
"Non vendiamo ai cinesi"
di Francesca Ortolani
Il trasferimento all'Eur? «È una delle tante idee che abbiamo, ma adesso non è ancora il caso di scendere nei particolari - risponde la signora Pompi - certo se ci dicono che siamo soltanto capaci di creare problemi a questa zona, ci sentiamo offesi come persone soprattutto, e poi come commercianti di un'attività storica». La signora Cinzia, ammette «che vorrebbe trovare una soluzione al problema parcheggio» dopo che il Municipio, a settembre, ha installato il new jersey che ha ristretto la carreggiata, mettendo così la parola fine alle doppie file che quasi ogni giorno si creavano di fronte al locale. Decisione che, secondo la famiglia Pompi, ha fatto crollare da un giorno all’altro gli incassi. Il Municipio ce l’ha con Pompi? «Questo non lo so - è la risposta della titolare - Quando ci accusavano di andare contro i vigili perché multavano i clienti in doppia fila siamo stati i primi a dire che le regole valgono per tutti e se qualcuno sbaglia è giusto che paghi, ma nel frattempo abbiamo anche avanzato delle proposte al Municipio che sono rimaste inascoltate». Per esempio? «C’è la possibilità, sulla stessa via Albalonga o poco lontano di adibire a parcheggio delle aree per risolvere il problema della mancanza di posti auto. Parcheggi che, naturalmente, pagheremmo noi. Ma nessuno ci ha mai risposto. Ci siamo offerti di trovare delle soluzioni per non essere costretti a prendere in ipotesi quella di chiudere e vendere».
Fatto sta che la provocazione, avvenuta a cavallo tra sabato e domenica (quando le notizie scarseggiano e forse poteva esserci una eco maggiore), ha fatto il giro del web, scatenando l'ira degli affezionati clienti. Oggi, che è lunedì e il locale è chiuso, arriva la retromarcia: resta la figuraccia per esser stati additati come razzisti dalla comunità cinese e il dubbio che il noto tiramisù possa essere un banale "tilamisù".
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Ottobre 2014, 09:24
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