Pannella, l'ultimo saluto in piazza Navona: commozione e applausi

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Inizia con il Requiem di Mozart, le lacrime dei suoi amici e la commozione di centinaia di persone, il lungo addio di Roma a Marco Pannella prima che, domani, il leader sia seppellito nella sua Teramo. Un addio concepito come un funerale laico in cui ricordare l'infinita biografia di Pannella e provare a rilanciare, in suo onore, le sue battaglie. Un addio che, in pieno stile Pannella, non poteva non essere segnato da una provocazione. «In vita Marco è stato irriso e deriso, quando non vilipeso e penso che alcuni omaggi postumi puzzino di ipocrisia lontano un miglio», è il graffio di Emma Bonino, tra le prime a parlare dal palco di Piazza Navona e tra le più applaudite.
 
L'ex ministro degli Esteri - che negli ultimi mesi si era allontanata da Pannella - siede per l'intero pomeriggio sul palco, taciturna, vicina al feretro di Pannella inondato di fiori e della bandiera del Tibet. Tutt'intorno gli amici che lo hanno assistito fino all'ultimo e che, dopo la veglia notturna, accompagnano il feretro da via Torre Argentina a piazza Navona: Matteo Angioli, Laura Harth e la compagna Mirella Parachini, stravolti dal dolore, Rita Bernardini, Sergio D'Elia, Elisabetta Zamparutti. Poi tocca a militanti come Marco Cappato e Riccardo Magi ed ex militanti come Francesco Rutelli o Roberto Giachetti ricordare il loro "padre politico". E, sul palco, si alternano i protagonisti del mondo pannelliano: dai detenuti di Rebibbia a volti storici del partito come Marco Taradash, dai rappresentanti della comunità africana a membri del governo, come Andrea Orlando che rimarca come, in questa epoca di «integralismi», la voce di Pannella «sia oro» e dica che «una persona, qualunque cosa abbia fatto, è una persona, e la sua dignità va tutelata».

Lunghi applausi accolgono gli interventi, scanditi da intervalli di musica jazz. «In questa piazza Pannella ha sempre unito e mai diviso», sottolinea D'Elia e un pò tutti ricordano i tanti 'eventì che Pannella ambientò proprio a piazza Navona: dalle manifestazioni referendarie su divorzio o aborto alle provocazioni di fumarsi uno spinello in pubblico. Ai piedi del palco, tra le bandiere del RadicalParty, del Tibet, di Israele o degli Usa, figurano anche gli esponenti di questa legislatura: dal viceministro Gennaro Migliore al ministro della Pa Marianna Madia, dal centrista Fabrizio Cicchitto all'azzurro Maurizio Gasparri, arrivato per «un saluto all'avversario». Ma il funerale di Pannella è anche una seduta di 'autocoscienzà per i radicali, sospesi tra un passato ingombrante e un futuro più che mai incerto e assediato da difficoltà finanziarie. «Amateci di meno e votateci di più. In questo periodo in cui sembra si sia persa la trebisonda noi teniamo la barra dritta», è l'invito di Bonino laddove Bernardini assicura: «Non possiamo non continuare le sue battaglie. Non molleremo».

E se Rutelli spiega che «non esistono eredi», ma tutto ciò che era Panella «non debba finire», il capolista radicale a Roma, Riccardo Magi, esorta, con un occhio alle parole critiche di Bernardini oggi sul Corsera, a «ricondurre gli scontri nei congresso» difendendo la scelta, mal digerita dalla vecchia guardia, di presentare liste Radicali a Roma e Milano.
Ma i dubbi dei 'grandi vecchì restano. «La domanda che mi faccio è, adesso come facciamo?», chiede Lorenzo Strik Lievers, mentre Gianfranco Spadaccia ammette che la sopravvivenza dei radicali «è difficile ma non impossibile». Anche perchè, è l'appello di Piazza Navona, le battaglie pannelliane nell'era dell'antipolitica sono più che mai necessarie. Tanto che il senatore Luigi Manconi annuncia la presentazione di un ddl costituzionale che cambi l'art. 79 della Costituzione trasformando in maggioranza semplice la maggioranza di 2/3 oggi necessaria per l'approvazione delle leggi su amnistia e indulto. E l'idea di un'amnistia in ricordo di Pannella piace anche a Mario Marazziti (Pd) e a Cicchitto.

Ultimo aggiornamento: Domenica 22 Maggio 2016, 16:23
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