Opera di Roma, accordo vicino tra Fuortes
e i sindacati: i lavoratori reintegrati?
di Flavia Scicchitano
L'apertura è arrivata al termine dell'incontro di ieri, il quinto, tra azienda (questa volta anche lo stesso Fuortes) e sindacati, tornati a chiedere il ritiro dei licenziamenti decisi dal Cda della fondazione il 2 ottobre scorso per risanare i conti in rosso dell'azienda. La proposta degli artisti sarebbe: mantenimento dei posti di lavori trattando su costi e produttività. "Siamo pronti a recepire, su mandato del Cda, eventuali modifiche alle misure decise precedentemente – ha spiegato il sovrintendente dell'Opera -. Se si trovano le soluzioni economiche ovviamente è possibile ritirare i licenziamenti. Ma è cos' dal priomo giorno – ha aggiunto -. La procedura serve esattamente a questo: se il tavolo sindacale risolve tutti i problemi in un altro modo e la cosa viene accettata dal Cda, ovviamente non ci saranno più i licenziamenti”. Ma saranno necessari ulteriori passaggi: la trattativa è stata aggiornata a martedì 11, all'indomani della manifestazione nazionale a Roma dei lavoratori di tutti gli Enti lirici e sinfonici italiani.
«Siamo contrari alla politica dei due tempi, per cui prima si taglia e poi si vede - ha detto Alberto Manzini di Slc Cgil -. Siamo d'accordo a rivedere il contratto integrativo e contestualmente a trattare sulle linee del nuovo modello produttivo del Teatro. Non ci arrendiamo a vedere una diminuzione dell'organico». Lo scorso 20 ottobre i sindacati del Teatro avevano firmato un documento unitario in cui rigettavano licenziamenti ed esternalizzazioni, dichiarandosi «disponibili a un confronto per un trattativa entro i limiti della legge Bray». In caso di accordo sui licenziamenti, invece, a «firmare una moratoria degli scioperi per due anni».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Novembre 2014, 10:01
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