Nomadi, 68 finti poveri sgomberati dal campo regolare di via Salone
di Silvia Mancinelli
Dai primi accertamenti effettuati, sembra che si tratti ancora una volta di finti poveri con conti correnti da nababbi, che però risultavano residenti nei campi a spese dell’amministrazione comunale. Gli uomini del vicecomandante del Corpo dei Vigili urbani di Roma Capitale, Antonio Di Maggio, sono entrati in azione intorno alle ore 8.30, per dar modo ai pulmini di portare i bimbi a scuola: a quel punto c’è stato il blitz e sono state presentate le notifiche di sgombero alle dieci famiglie. Nei loro container, sistemati tra il degrado e la desolazione tutt’intorno al campo, c’erano quadri, televisori al plasma e mobili di pregio. Ma il Campidoglio pagava riscaldamento, corrente elettrica e acqua, mentre i loro depositi alle Poste non venivano affatto intaccati.
«Adesso dove andiamo? – hanno chiesto alcuni dei finti poveri ai vigili – Non abbiamo un posto dove vivere». «I nostri bambini vanno a scuola, come facciamo a lasciare oggi il campo?”. Richieste che non hanno sortito alcun effetto, dato che non potevano certo essere gli uomini dello Spe a dare risposta considerato anche il precedente: ovvero un altro decreto ingiuntivo, inviato oltre un anno fa, che intimava di liberare i prefabbricati per assenza dei giusti requisiti.
Le condizioni economiche tutt’altro che indigenti, accertate dagli agenti prima dell’ordinanza, hanno fatto scartare ogni possibilità di offrire alle famiglie un’assistenza alloggiativa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Aprile 2015, 09:24