Marra, nelle chat con la Raggi indicazioni su dibattiti elettorali e nomine

Marra, nelle chat con la Raggi indicazioni su dibattiti elettorali e nomine

di Davide Manlio Ruffolo
Le strategie per vincere i dibattiti elettorali, poi le indicazioni su incarichi e retribuzioni dei componenti della “macrostruttura” del Campidoglio. Questi alcuni degli argomenti contenuti nelle chat di WhatsApp finite agli atti dell’inchiesta sulla presunta tangente, da 367mila euro, corrisposta dal costruttore Sergio Scarpellini all’ex-capo del Personale del Campidoglio Raffaele Marra.

Tra gli sms contenuti nel fascicolo, spicca la conversazione del 15 marzo del 2016 tra Marra e Salvatore Romeo in merito alle strategie comunicative che Virginia Raggi avrebbe dovuto seguire nella corsa al Campidoglio. Qui il primo raccontava al secondo che alla «polemica sterile di Giachetti (candidato del Pd) sul praticantato di Virginia e sull’attaccamento alla poltrona, ricordarsi ke: non è laureato, ha semplicemente la maturità scientifica; dal 1993 al 2001 è stato prima nella segreteria poi capo gabinetto di Rutelli; dal 2001 ad oggi (ininterrottamente) è deputato! Sempre pagato dalla politica!». Inoltre la Raggi, secondo lui, poteva controbattere: «Almeno io ho studiato, 5 anni di università più praticantato obbligatorio; inoltre sono alla prima/- seconda esperienza politica». Romeo annuiva e poi si impegnava a riferire tutto alla futura sindaca. I giorni passavano e con la vittoria di quest’ultima ormai dietro l’angolo, Marra e Romeo si scrivevano per parlare del futuro assetto della macchina comunale. Ancora una volta era Raffaele a prendere l’iniziativa: «Ti ho inviato due email. La prima con la macrostruttura! La seconda con la lista degli atti da compiere e relativa tempistica».

Agli atti dell’inchiesta anche l’interrogatorio, del 20 dicembre scorso, sostenuto in carcere dall’ex capo del Personale del Campidoglio. Agli inquirenti l’uomo ha raccontato «più volte ho manifestato al sindaco Raggi che volevo andare via» e poi con un sms «non siete più in grado di tutelarmi, me ne voglio andare». Non solo, lo stesso Marra spiegava che «sono entrato sollecitato, pregato, supplicato di rientrare dall’aspettativa», ma «il mio ruolo non doveva essere quello, doveva essere tutt’altro». Marra pensava anche a incarichi “minori” per Minenna e Raineri, nominati poi invece rispettivamente assessore al Bilancio e capo di gabinetto, i quali poi si dimisero per duri contrasti con Raggi. Sulla presunta tangente, invece, sono rilevanti le dichiarazioni di Sergio Scarpellini che, interrogato dai pm, spiegava: «Questi soldi glieli davo… mi piaceva avere un amico, se gli dicevo non ti do una lira, questo era un nemico per me. Marra è uno che conta». Intanto il gip Maria Paola Tomaselli ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Marra (per il «pericolo di reiterazione del reato»), riconoscendo al Campidoglio di aver «preso le distanze da questi».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Marzo 2017, 09:48
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