Gigio Alberti all'Ambra Jovinelli con 'Hollywood': “La vera storia della nascita di Via col Vento”
di Claudia Faggioni
Che fu particolarmente travagliata
«Sì, il romanzo aveva avuto un successo clamoroso e avventurarsi nella produzione cinematografica era rischiosissimo - spiega Alberti - A lavoro già iniziato, il produttore decise si disfare tutto: cambiò regista e sceneggiatore e riscrisse il film nell'arco di una settimana».
Una storia vera
«Assolutamente sì. Il nuovo regista e il nuovo sceneggiatore non credevano nel progetto, tanto che il nome dello sceneggiatore non compare nei titoli di coda del film, e il regista rinunciò alla percentuale sugli incassi».
Lei interpreta il regista Victor Fleming
«Era abituato a girare film d'azione, e un melodramma come Via col Vento non era nelle sue corde. Si ritrova chiuso in una stanza per cinque giorni e cinque notti e vive molto male questa costrizione».
Tutti ne escono distrutti
«Sì, entrano in quell'ufficio come tre eleganti signori del 1940 ed escono come bestie. Il produttore li costringe a mangiare solo banane e arachidi. Emerge il totale disfacimento di tre persone al servizio della produzione artistica. Quello che si coglie in tutti i personaggi, però, è la grandissima passione per il cinema, che li spinge a fare tutto questo».
Ci sarà molta comicità
«Sì, il pubblico si gode il passaggio di questi tre uomini inappuntabili che perdono i pezzi. È bello, perché è come mettere la testa dietro le quinte di un grande film, entrare nei salotti dove allora si creava il cinema. E non mancheranno aneddoti sugli attori».
Cinema e teatro
«Ci sono pro e contro in entrambi, ma quando una cosa funziona, avere il riscontro immediato del pubblico a teatro è impagabile».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Novembre 2016, 09:17
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