Fontana di Trevi, commercianti contro il restauro:
"Vogliamo agevolazioni e rimborsi"


di Valentina Conti
Il boom di curiosit durato l'attimo dell'inaugurazione. La passerella sospesa sul restyling di Fontana di Trevi? Non piace ai turisti. Almeno stando alle voci degli esercenti del rione, che sul come sta andando dopo l'ufficializzazione del cantiere “open air” non le mandano per niente a dire.



«Il restauro ci sta costando ad oggi il 40% degli incassi, il calo dei visitatori è notevole da quando il monumento è ingabbiato. E' un disastro: lavoriamo di meno e, di questo passo, rischiamo di licenziare o di chiudere i battenti. Prima chiudevamo oltre la mezzanotte, ora alle 21 e anche prima, siamo tutti nella stessa situazione», tuona il presidente dell'associazione commercianti della zona di Fontana di Trevi-Quelli della domenica, Gianni Riposati, titolare di uno storico forno con vista sul monumento.



Quelli che non ci pensano a lasciare l'area, braccando ora molto più le vie limitrofe della piazza, sono i vu' cumprà, che trovano comunque espedienti puntando le picole comitive di turisti senza guida che fanno un salto ad ammirare il simbolo della Dolce Vita in fase di ristrutturazione griffata Fendi, impacchettato da fine giugno.

«I lavori vanno a rilento, 18 mesi sono troppi - prosegue Riposati. Dovrebbero accelerare, lavorare anche di notte. E, secondo me, non erano nemmeno poi tanto necessari».



E si annuncia battaglia: «A fine stagione calcoleremo con precisione le perdite e chiederemo lo stato di calamità commerciale, come si fa per i terremoti e le alluvioni. Vogliamo sgravi fiscali, una riduzione della tassa di occupazione di suolo pubblico, il permesso Ztl gratuito».
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Luglio 2014, 09:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA