"Fabrizia uccisa nella strage, dai tedeschi né rispetto, né soldi". Ira dei genitori della ragazza morta a Berlino

"Fabrizia uccisa nella strage, dai tedeschi né rispetto, né soldi".

Non riceverà neppure un risarcimento, a meno che non venga cambiata un’assurda legge del 1985 che lo esclude per i danni causati alle vittime di crimini violenti commessi «con un veicolo a motore o un rimorchio», come il 19 dicembre 2016. «Insensibili, assenti, disorganizzati, incapaci». Scandiscono gli aggettivi con indignazione i familiari di Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne di Sulmona, unica vittima italiana dell’attentato ai mercatini di Natale di Berlino in cui morirono altre 11 persone e 60 rimasero ferite. A poco più di due mesi dalla strage, la famiglia parla per la prima volta al Corriere della Sera del dolore profondo vissuto con compostezza e della «rabbia» per il comportamento delle autorità tedesche.
 
 

«Non c’è importo che possa pagare la morte di nostra figlia», premette la signora Giovanna, «ma un risarcimento significherebbe ammettere le responsabilità per non aver fermato un criminale noto da anni, e per non aver preso precauzioni, come le barriere installate dopo l’attentato».
Anche per questo l’avvocato Roland Weber, incaricato dal governo di assistere le vittime, ha chiesto di modificare la famigerata legge dell’85. Per ora, l’unico risarcimento andrà ai parenti dell’autista polacco del tir perché è stato ucciso da Amri a colpi di pistola e non sotto le ruote. Per gli altri c’è solo il fondo tedesco (appena 7,5 milioni) per le vittime della strada.


 
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Febbraio 2017, 09:20
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