Esplosione a Colli Aniene, l'anziana nei guai:
"Sfrattata dai figliastri, ma aveva altre case"

Esplosione a Colli Aniene, l'anziana nei guai: ​"Sfrattata dai figliastri, ma aveva altre case"

di Angela Camuso
Per gli inquirenti avrebbe agito senza scrupoli, mossa da un cinismo verso il prossimo e da un odio cieco nei confronti dei figliastri. Che, dopo la morte del loro padre (marito di seconde nozze della donna), le avevano dato lo sfratto. Lei invece, Giovanna Serra, 83 anni, di origine sarda, senza figli, era ostinata a restare: “Vivo qui da 20 anni”, minacciando: “Ve ne pentirete”.





Così alle 3 di notte tra lunedì e martedì avrebbe scatenato l'inferno, innescando un'esplosione nello stabile dove abitava in via Giuseppe Galati 42, a Colli Aniene. A provocare l'innesco, probabilmente una miccia dopo che la signora aveva lasciato una bombola del gas aperta nella casa. Dopo lo scoppio, si era scatenato l'incendio e al secondo piano, in corrispondenza della casa dell'83enne, causando la morte di un uomo di 50 anni, Pasquale Castaldo, padre di due figli, che abitava lì insieme ad alcuni colleghi.



«Una tentata strage», secondo il pm della procura di Roma, Polifemo. Ma la presunta omicida ha respinto ogni accusa, parlando agli inquirenti con gli occhi lucidi. Quando gli agenti hanno bussato alla porta della sua nuova casa nel quartiere Tiburtino, Giovanna Serra prima ha finto stupore, poi ha opposto resistenza. «Non sono stata io» ha dichiarato, senza però dare sufficienti spiegazioni alla circostanza di avere alcuni capelli e un piede bruciati e neppure al ritrovamento di suoi vestiti distrutti dalle fiamme.



La polizia ha sequestrato anche alcuni biglietti scritti a mano dal contenuto e grafia analoghi a quello ( con su scritto "non vi godrete la casa ladri") trovato sul parabrezza di un'auto parcheggiata davanti allo stabile saltato in aria. La donna, dopo aver messo in atto il suo diabolico piano, aveva sfilato la sim dal cellulare e lo aveva spento per non essere rintracciata e non si esclude neppure che abbia avuto accanto a lei un complice che potrebbe averla aiutata nella sua fuga, finita martedì sera in una cella disicurezza del commissariato San Basilio.



Nel suo nuovo appartamento, preso in affitto a pochi chilometri dal vecchio, sarebbe stato trovato anche un pezzo di stoffa ritenuto compatibile con quello presente sul luogo del rogo, nei pressi della bombola del gas che ha scatenato il boato e le fiamme.

Da quanto trapelato da fonti investigative la signora non era nella condizione di non sapere dove andare a vivere in quanto sarebbe proprietaria di alcuni appartamenti a Roma e in provincia, oltre che di una casa in Sardegna.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Gennaio 2015, 15:52
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