Sequestrati i beni dell'ex capo ultrà della Lazio
Diabolik: "Ammontano a oltre 2 milioni di euro"

Sequestrati i beni dell'ex capo ultrà della Lazio ​Diabolik: "Ammontano a oltre 2 milioni di euro"

di Angela Camuso
Era finanziato, secondo gli investigatori, dai soldi della droga il mega-business gestito dal capo ultras Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, dei gadget della Lazio tra cui la fortunata riproduzione, in svariare forme, dell'immagine di Mister Enrich, personaggio di un vecchio fumetto inglese divenuto nel tempo il simbolo del gruppo degli “Irriducibili”, di cui Piscitelli stato fino all'anno scorso il capo indiscusso.





Ieri a Diabolik, finito in carcere a settembre del 2013 per un traffico di hashish dalla Spagna, la Guardia di Finanza ha sequestrato immobili, autovetture, partecipazioni societarie e rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 2.300.000 euro. Complesse indagini, avviate su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, avrebbero infatti confermato i sospetti degli investigatori in ordine all'elevato tenore di vita dell'ex capo ultras e del suo nucleo familiare, a fronte dei modesti redditi dichiarati.



Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire la rete degli interessi commerciali di Diabolik, a Roma e ai Castelli Romani. Nel dettaglio, la misura di prevenzione patrimoniale disposta ieri ha interessato: il patrimonio aziendale e i beni di una società esercente l'attività di «commercio all'ingrosso di abbigliamento ed accessori»,specializzata nella commercializzati dei gadget degli «Irriducibili» della Lazio; un fondo comune e l'intero patrimonio di un'associazione culturale organizzatrice di eventi, gestita da Piscitelli insieme ad altre figure di spicco della frangia estrema della tifoseria laziale; quote societarie di una società esercente l'attività di «produzione nei settori della stampa, della editoria e della grafica»; due immobili, di rilevanti dimensioni e valore, a Grottaferrata; tre autoveicoli; rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni.



Piscitelli è più volte assurto agli onori della cronaca giudiziaria. Oltre agli episodi di violenza negli stadi di cui è stato accusato e al suo coinvolgimento nel processo per la scalata alla stessa Lazio, Diabolik fu inquisito per i suoi rapporti, risalenti agli anni 90, con il boss Michele Senese, all'epoca fiancheggiatore della banda della Magliana: Senese, proprio attraverso Piscitelli, aveva stretto accordi con il clan camorristico Abate, che era egemone nell'area di San Giorgio a Cremano e aveva interessi nella capitale finalizzati all'approvvigionamento di eroina dalla Turchia e di hashish dalla Spagna.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Luglio 2014, 11:30
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