Stefano Cucchi, il consulente della famiglia:
"C'è una frattura lombare recente"

Stefano Cucchi, il consulente della famiglia: "C'è una frattura lombare recente"
Si arricchisce di un nuovo capitolo, un nuovo spunto d'indagine, la vicenda della morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato per droga nell'ottobre 2009 e deceduto nel reparto detenuti dell'ospedale Pertini una settimana dopo. Si torna ancora a parlare delle fratture sulla sua colonna vertebrale, già oggetto di una perizia processuale (per questa vicenda, sono stati assolti in appello sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria). La sorella Ilaria Cucchi e l'avvocato della famiglia, Fabio Anselmo, si sono presentati in procura a Roma con in mano una consulenza tecnica che potrebbe aprire una nuova prospettiva di un'indagine per la quale al momento c'è un nuovo fascicolo che vede indagato per falsa testimonianza un carabiniere, anche se gli investigatori, nel tentativo di chiarire il comportamento dei militari che arrestarono ed ebbero in consegna Cucchi prima del suo arrivo in tribunale, stanno verificando la posizione di alcuni carabinieri, nei confronti dei quali non c'è allo stato alcuna contestazione formale. Secondo questa consulenza, a firma del Presidente della Società Italiana di Radiologia, Carlo Masciocchi, è sfuggita all'attenzione dei periti l'esistenza di una frattura lombare 'recentè, invece visibile chiaramente dalla Tac. Analizzando infatti la documentazione della vicenda (gli esami radiologici della colonna lombo-sacrale e della regione coccigea), e confermando l'esistenza delle fratture sulla schiena di Stefano Cucchi (che secondo l'accusa sarebbe stato 'pestatò), per il consulente «le fratture riscontrate sembrano essere assolutamente contestuali e possono essere definite, in modo temporale, come 'recentì», ovvero comprese in una 'finestra temporalè «che, dal momento del trauma all'esecuzione dell'indagine radiologica o di diagnostica per immagini, è compresa entro 7-15 giorni». Il contrasto con la tesi dei periti, quindi, sarebbe evidente, avendo questi ultimi sostenuto che nella zona lombare c'era solo un'ernia e una frattura risalente al 2003. La «forte sensazione», scrive Masciocchi, è che «sia stato esaminato un tratto di colonna che include solo metà soma di L3 fino alla limitante somatica superiore di L5. In altri termini penso che sia stato tagliato il soma di L3». In sostanza, sembra dire la nuova perizia, anche dopo la recente iscrizione nel registro degli indagati del maresciallo dei carabinieri, il 'caso Cucchì pare possa riservare ancora sorprese in grado «di diradare le nubi» che la famiglia ritiene ancora esistenti.



LA SORELLA

«Siamo vicini a una svolta», «dopo sei anni difficilissimi nei quali non ci siamo mai fermati, con il nostro aiuto, dalla procura di Roma percepisco la volontà di arrivare alla verità.
E questa è l'unica cosa che mi interessa davvero: la verità». È quanto afferma a Repubblica, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, spiegando che i due testimoni importanti fino a oggi rimasti in silenzio, che hanno permesso la svolta «sono due carabinieri: sanno che mio fratello è stato picchiato. Ci hanno contattati e noi li abbiamo portati in procura. Non hanno assistito ai fatti, ma sanno come andarono le cose quella notte». «Hanno sentito - racconta - il comandante della stazione (il maresciallo Mandolini, indagato insieme all'appuntato Di Bernardo per falsa testimonianza,) parlare della cosa, dei momenti concitati che ci sono stati quella notte. L'hanno sentito lamentarsi del fatto che la situazione era sfuggita di mano e non sapeva come fare». «Altri ci hanno contattato - aggiunge quindi Ilaria Cucchi - e racconteranno finalmente come sono andate veramente le cose quella notte in caserma. Finalmente si potrà stabilire che è stato un omicidio».

Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Settembre 2015, 15:21