Cucchi, Cassazione annulla assoluzione medici: "Stefano si poteva salvare"

Cucchi, annullata assoluzione medici: "Stefano si poteva salvare"
 È stata annullata dalla Cassazione la sentenza dell'Appello bis che aveva assolto i cinque medici dell'ospedale romano Pertini accusati dell'omicidio colposo di Stefano Cucchi. I proscioglimenti sono stati annullati con rinvio ma domani scatterà la prescrizione del reato. Il Pg Mura aveva chiesto l'accoglimento del ricorso della Procura di Roma contro le assoluzioni.

Il verdetto è stato emesso dalla I Sezione Penale dopo una Camera di Consiglio di circa 3 ore. I medici che sono stati rinviati a giudizio sono Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo. Nei loro confronti si erano costituiti in Cassazione il comune di Roma e l'Associazione Cittadinanza Attiva che, con l'annullamento di questa sera, vedono salvaguardato il loro diritto ad ottenere dai camici bianchi il risarcimento dei danni per la tragica morte di Cucchi. Il Collegio è stato presieduto da Antonella Mazzei.

ILARIA CUCCHI: "SEGNALE DI SPERANZA" «È un grande segnale di speranza per tutte le persone che attendono giustizia ed è la dimostrazione che vale la pena non smettere mai di credere nella giustizia. Ringrazio il Pg Rubolino e il Pg Mura che si sono battuti per la verità». Così Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, ha commentato «con soddisfazione» l'annullamento dei proscioglimenti dei medici da parte della Cassazione. «È stata una grande fatica arrivare fino a oggi che è un momento importante perché si sta facendo sempre più spazio alla verità in questa vicenda che ha devastato la mia famiglia».

PG CASSAZIONE, LA GIUSTIZIA NON DEVE FERMARSI La Corte di Assise d'Appello di Roma, nell'appello bis che ha prosciolto i cinque medici del Pertini accusati dell'omicidio colposo di Stefano Cucchi, ha «sovrapposto indebitamente il suo giudizio, non scientifico, a quello del collegio di periti costituito da luminari che hanno affermato che Stefano Cucchi poteva essere salvato, o il suo decesso ritardato, se le terapie adeguate fossero iniziate il 19 ottobre». Lo ha sottolineato il pg, Antonio Mura, nella sua requisitoria in Cassazione davanti alla I Sezione Penale. Secondo il pg il verdetto dell'appello bis emesso il 18 luglio 2016 su rinvio della Suprema Corte, presenta «molteplici aspetti critici» che avrebbero potuti essere sciolti da «una nuova perizia che però non è stata disposta». «Non ci può essere una resa cognitiva e non è accettabile che un processo si arresti senza aver percorso tutte le strade per l'accertamento della verità, in questo caso per accertare il nesso causale tra la morte di Cucchi e la non somministrazione di adeguate cure». 

IL RAGAZZO POTEVA ESSERE CURATO  «Dal 19 ottobre se i medici avessero letto congiuntamente tutti i dati disponibili delle analisi di Stefano Cucchi, avrebbero potuto chiamare un nutrizionista e apprestare le cure necessarie». Lo ha detto il pg della Cassazione, Antonio Mura, nella sua requisitoria nella quale ha chiesto l'annullamento con rinvio dei proscioglimenti dei cinque medici dell'ospedale romano Pertini dove Cucchi, arrestato per droga, fu ricoverato dal 17 al 22 ottobre 2009, quando morì nel reparto protetto per detenuti. I camici bianchi prosciolti nell'appello bis con la formula «perché il fatto non sussiste» sono: il primario Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo. I cinque sanitari erano stati condannati in primo grado, prosciolti in appello, e assolti nuovamente nell'appello bis disposto dalla Cassazione nel giudizio di rinvio. Per loro la prescrizione maturerà domani ma se la Suprema Corte dovesse annullare i proscioglimenti, sarebbe salvo il diritto dei familiari di Cucchi e delle parti civili costituite, tra le quali Cittadinanza Attiva e il Comune di Roma, di avere il risarcimento dei danni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Aprile 2017, 22:40
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