Istigò il marito a rapinare il portavalori tradendo
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Istigò il marito a rapinare il portavalori tradendo il collega: condannata a 30 anni

di Davide Manlio Ruffolo
Trent'anni di reclusione per Clizia Forte, imputata di omicidio premeditato per aver indotto il marito Manlio Soldani, inconsapevole delle manovre della donna, a compiere una rapina in cui ha perso la vita un vigilantes. Secondo l'accusa la donna mandava sms, utilizzando nomi fittizi tra cui quello di un finto agente dei Nocs, poi fatti interpretati da persone assoldate come attori, per manovrare il marito (già condannato in appello a 30anni).




La vicenda risale al 15 ottobre del 2012 quando, in via Carafa 16, in zona Pisana, Soldani si era recato davanti al supermercato Todis mentre due guardie giurate erano intente a prelevare l'incasso. Tutto sembrava andare per il meglio fino a quando l'uomo appostato, indossando un passamontagna e l'uniforme della Coop Service per la quale lavorava, la stessa in uso dai vigilantes suoi colleghi, si fece avanti. «Senza proferire parola, esplodeva colpi di arma da fuoco all'indirizzo delle due guardie giurate» racconta, nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero Edoardo De Santis. Immediata la reazione di una delle due guardie giurate che, ingaggiando un duello a fuoco, era riuscito a mettere in fuga il malvivente, rimasto illeso, senza che riuscisse a mettere le mani sul bottino.

Meno fortunato il collega che, colpito da alcuni proiettili esplosi dalla calibro 40 di Soldani, era rimasto a terra con gravi ferite che, quasi due mesi dopo, ne decretarono il decesso. Dalle indagini sull'accaduto, grazie all'esame dei tabulati del traffico telefonico sulle celle in cui si era verificato il conflitto a fuoco, gli investigatori riuscirono ad isolare due numeri telefonici che si erano scambiati, nell'immediatezza della tentata rapina, ben 69 sms.

Proprio i due numeri, posti sotto intercettazione, permisero di scoprire che una delle due utenze era utilizzata da Soldani. Ad inchiodarlo, la comparazione genetica tra il passamontagna che aveva dimenticato sul posto e una tazzina da caffè prelevata dai carabinieri in un bar di Ostia. Successivamente le indagini si concentrarono sul numero del complice che, inaspettatamente, si scoprì appartenere proprio alla moglie, Clizia Forte.
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Dicembre 2015, 09:00
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