Cgil in piazza a Roma contro il Jobs Act.
Camusso: "Vogliamo lavoro e diritti" -Foto

La Cgil in piazza a Roma: in migliaia contro il Jobs Act. Slogan anti-Renzi. Camusso: "Vogliamo diritti"
ROMA - Cgil in piazza a Roma per dire no al jobs act e chiedere al governo di cambiare la manovra. I manifestanti cantano Bella ciao e gridano slogan contro il premier chiamandolo "Matteo".



Due i cortei: uno da piazza della Repubblica e uno da piazzale dei Partigiani all'Ostiense che confluiranno a San Giovanni, dove sul palco ci saranno anche coro e orchestra dell'Opera di Roma. A fianco di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati e studenti in piazza esponenti della minoranza Pd come Cuperlo, Civati e Fassina mentre nelle stesse ore la maggioranza del partito si riunirà nella quinta edizione della Leopolda a Firenze con il premier, Matteo Renzi.







Il segretario della Cgil Susanna Camusso sfila dietro allo striscione «Lavoro dignità e uguaglianza. Per cambiare l'Italia». Camusso con un tweet ha augurato un «Buon 25 ottobre a tutte e tutti». Camusso ha preso posto in testa al corteo, tra gli studenti medi e davanti alla Flai, la federazione dei lavoratori del'alimentare, e a quelli dei trasporti. Tutta l'area di piazza della Repubblica è riempita da bandiere rosse del sindacato, e fiumi di partecipanti continuano a uscire dalle fermate della metropolitana.



«È una manifestazione bella, grande, con tanta gente che chiede lavoro e chiede di estendere i diritti», ha detto Camusso commentato la partecipazione alla manifestazione. La gente in piazza, ha detto Camusso, «chiede lavoro, giustizia sociale, la possibilità di studiare e che si estendano i diritti».



La Cgil è pronta ad utilizzare «tutte le forme necessarie» a sostegno delle proprie richieste, compreso lo sciopero generale, ha detto ancora il segretario generale della Cigl. «Continueremo la nostra iniziativa con tutte le forme necessarie».



La manifestazione della Cgil è «bella, enorme, e dimostra che sulle questioni sociali, economiche e del lavoro il governo non ha il consenso del Paese e delle persone che per vivere devono lavorare o stanno cercando di lavorare», ha detto il segretario generale della Fiom Maurizio Landini aggiungendo che «il governo deve fare i conti con questo».



Anche ad aprire il corteo dei manifestanti partito da piazzale dei Partigiani lo striscione con su scritto «Lavoro, dignità e uguaglianza per cambiare». In mezzo alle decine di migliaia di bandiere che sventolano c'è anche un gruppo di lavoratori che tiene in mano un immenso lenzuolo bianco che reca la scritta «Articolo 18 giù le mani». Tra i manifestanti anche Samuela Meci, della Filt Ravenna, che si è messa una corona di rose rosse sulla testa, riprendendo i colori del sindacato: «Chiediamo la tutela del lavoro e dei lavoratori, e siamo qui per testimoniare tutte le falsità messe in giro dal governo Renzi».



I manifestanti cantano Bella ciao. Sventolano numerose le bandiere del sindacato confederale e cartelli nei quali i manifestanti chiedono lavoro e diritti. «Siamo qui - afferma un giovane da un camion - per affermare che la precarietà non è il nostro unico destino. Vogliamo investimenti sul futuro». Oltre alle bandiere Cgil anche bandiere di Sel e di Rifondazione comunista. «A cento metri da qui - afferma un organizzatore al microfono - sono stati licenziati i lavoratori del Teatro dell'Opera. No al grande fratello, non vogliamo essere sorvegliati. Caro Renzi, sorveglia gli evasori, non i lavoratori».



Cartelli contro Renzi. Tra le bandiere del sindacato e dei partiti al corteo spuntano cartelli, realizzati dai singoli manifestanti, contro il premier Matteo Renzi. «Renzusconi io son io e voi non siete un c...» è quanto si legge sul cartello di un anziano. «Grazie Renzi per lo "sbocco" lavorativo» si legge sullo striscione di due ragazzi, che rappresenta un uomo che vomita. «La legge di stabilità di Renzi taglia 100 mln dal fondo di non autosufficienza, questa è pura meschinità», il messaggio di un altro cartello. I manifestanti hanno anche deciso di rivolgersi al premier chiamandolo spesso semplicemente "Matteo" nei loro slogan. Tra quelli più urlanti, «Matteo, Matteo, lo statuto non si tocca», oppure «Matteo, l'articolo 18 non si tocca».



Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Stefano Fassina, l'ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani e Rosy Bindi sono tra i parlamentari Pd presenti al corteo. Cuperlo e Civati hanno scelto di iniziare il corteo dietro lo striscione dei poligrafici dell'Unità. Diversi anche i consiglieri regionali democrat presenti ad un corteo dove, sporadicamente, è comparsa anche qualche bandiera del Pd. Anche se c'è chi non ha gradito la presenza della minoranza dem. «Fuori da questo corteo i parlamentari Pd che voteranno il Jobs act» recitava un cartello esposto nel corteo.



Ci sono anche i "Gufi felici" in piazza contro le riforme del governo Renzi, con tanto di striscione tra le bandiere della Cgil che ironizza su come il premier definisce gli scettici alle sue azioni politiche. Qualcuno è più tagliente: «Renzi come Berlusconi è con i padroni». Altri sono scesi in piazza camuffati da prodotti alimentari genuini. Una delegazione di Vibo Valentia ha portato in strada dei grandi "Giganti" di cartapesta, che rappresentano un "moro" e una nobildonna italiana. «Un messaggio di integrazione» spiegano i ragazzi tra i tamburi. Davanti a loro il collettivo di immigrati "Via dal Campo", composto da lavoratori d'origine africana.



No al numero chiuso. Mascherine da sala operatoria in viso «per protestare contro il numero chiuso» nelle università, e poi una corsa in avanti verso la testa del corteo. È il flash mob organizzato dagli studenti che stanno partecipando al corteo della Cgil. «Vogliamo solo studiare, non me lo posso permettere!», il grido dei manifestanti. Il flash mob si è concluso con un ballo scatenato.



Anche l'Ugl in piazza a Roma. Contro il Jobs Act, l'austerità imposta dall'Europa e le politiche del lavoro del governo Renzi corteo da piazza della Bocca della verità a Santi Apostoli. «Saranno rappresentati lavoratori di vertenze importanti - racconta Stefano Conti, segretario confederale Ugl - quali quella di Meridiana, Almaviva, Nuovo Trasporto Viaggiatori e Teatro dell'Opera». «Siamo in piazza per contestare complessivamente le politiche del governo sia in termini di sottrazione di diritti ai lavoratori sia per le mancate politiche di sviluppo per il paese», dichiara Luca Malcotti, segretario generale Ugl terziario.
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Ottobre 2014, 17:47