Corsa al Campidoglio: il Pd pensa alle primarie,
il centrodestra alle strategie. Il M5S è pronto
di Paola Lo Mele
Mentre il centrodestra studia le strategie per presentarsi compatto alle elezioni e il M5S scalda i motori, il Pd organizza le primarie di coalizione. Ieri Roberto Morassut, il secondo “big” in campo oltre al renziano Roberto Giachetti, ha spiegato le linee guida che orienteranno la sua corsa.
«Ho voluto presentare la mia candidatura a Primavalle - ha affermato - perché è un quartiere speciale ma anche per dare un segnale: la città può ripartire da qui. Io non sono il candidato della minoranza, sono un uomo della sinistra romana e ho condiviso tutte le scelte innovative che la sinistra ha fatto negli ultimi 20 anni, sono al sostegno a Matteo Renzi, non sarò mai un uomo contro». Si è tirato fuori, almeno per ora, l'ex ministro alla Cultura Massimo Bray: «In questo momento non ci sono i presupposti per una mia candidatura alle primarie per il sindaco di Roma». Ancora incerte le mosse dell'ex assessore comunale Estella Marino.
Nel campo avversario, Francesco Storace, leader de La Destra, ha proposto le primarie del centrodestra nella stessa data di quelle del centrosinistra: il 6 marzo. «Marchini? Non è scomparso - ha detto Storace -, ma non sta nel centrodestra e non si è voluto ancora schierare. Se lui decide di candidarsi alle primarie e il popolo lo vota poi va sostenuto. Ma senza passaggio popolare, come si fa a pensare a una candidatura unitaria esterna a noi?».
Ieri sono intervenute sul futuro di Roma anche due note parlamentari del M5S: Paola Taverna e Carla Ruocco. «Siamo la possibilità di cambiare questa città - le parole di Taverna -, partiamo da Roma e andiamo avanti, fino al governo. Entro metà febbraio avremo il candidato sindaco. Siamo in fase di chiusura degli argomenti del programma. Noi vogliamo fortemente vincere».
Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Febbraio 2016, 09:36
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