Bimbi maltrattati all'asilo, la beffa per i genitori: il Comune chiede il pagamento della retta

Bimbi maltrattati all'asilo, la beffa per i genitori: il Comune chiede il pagamento della retta

di Lorena Loiacono
Oltre al danno la beffa. I bambini, maltrattati nel nido comunale, devono comunque pagare la retta. Poco importa se ci siano state indagini e arresti da parte dei carabinieri e che un giudice abbia condannato le educatrici: il Campidoglio batte comunque cassa. Se non fosse una storia drammatica, verrebbe quasi da ridere. Eppure accade anche questo a Roma. 

Accade in un asilo nido del Comune, in zona Aurelia nel municipio 13, salito alla ribalta delle cronache perché tre educatrici sono state prima denunciate e poi arrestate il 19 aprile scorso per maltrattamenti sui bimbi. Infine sono state condannate in primo grado, il 7 settembre scorso con rito abbreviato, una a 3 anni e 4 mesi di reclusione e le altre due a 2 anni e 2 mesi di reclusione. E oggi a 12 famiglie arriva una raccomandata che invita formalmente a regolarizzare i pagamenti della retta per i mesi di aprile, maggio e giugno scorsi. Quei tre mesi successivi agli arresti in cui i bimbi hanno ripreso a frequentare il nido, dopo uno stop di due settimane, su consiglio degli esperti. Per evitare traumi ulteriori ma con la garanzia di 3 supplenti nuove. Sono tornati in classe ma senza pagare la retta. La somma richiesta ora nel sollecito va dai 600 ai 1200 euro a famiglia, in base al reddito. E si procederà con l'iscrizione a ruolo della cartella esattoriale. 

«Un insulto»: così denunciano i fatti le famiglie coinvolte. Pronte a presentare ricorso contro il Campidoglio tramite i legali Lavinia Ferdinandi e Mario Pinto che spiega: «Dal punto di vista giuridico siamo convinti che non competa alcunché. Retroagendo i maltrattamenti all'ottobre 2015 sussiste comunque una compensazione del credito: devono essere restituite tutte le rette pregresse perché c'è un contratto e il servizio che doveva essere fornito non solo non è stato fornito, ma addirittura sono stati consumati fatti delittuosi con la condanna di tre maestre».

I genitori sono senza parole. Lo sfogo è affidato a un papà, che racconta di famiglie ancora sotto choc: «Siamo tutti in terapia, la speranza è che i nostri figli non abbiano subito traumi permanenti. E invece il Comune che fa? Chiede i soldi a noi vittime per gli ultimi 3 mesi di scuola mentre dovrebbe restituirci quelli che abbiamo versato per i primi 7 mesi, quando avvenivano i maltrattamenti». Ma non finisce qui: sarà infatti il tribunale a stabilire il risarcimento danni che spetta alle famiglie. 
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Dicembre 2016, 09:26
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