Il divieto di fumo previsto dal Campidoglio fa parte delle indicazioni contenute nella “Dichiarazione dello stato di massima pericolosità per rischio di incendi” ed è entrato in vigore ieri, 15 giugno, per andare avanti fino al 30 settembre prossimo. Non nasce dall'idea di prevenire i mali da sigaretta quanto piuttosto per prevenire i roghi all'interno delle aree verdi della Capitale. Soprattutto in prossimità delle sterpaglie. Il divieto ovviamente non riguarda solo la sigaretta ma anche i bracieri, i fornelli elettrici o a fiamma e qualunque altra situazione che possa provocare scintille.
Stessa scena nella vicina Villa Sciarra dove due signore sulla cinquantina, a passeggio con il cane, spiegavano: «Non è possibile che sia vietato fumare. Non ci sono cartelli in giro». Anche al Pincio lo scenario è lo stesso: un gruppetto di ragazzi appena 13enni, peraltro troppo giovani per acquistare un pacchetto di sigarette, fumava sulla panchina mentre gli altri giocavano a pallone. «Che c'è di strano? La scuola è finita e ora veniamo qui a passare le giornate. Non vogliamo certo dare fuoco a Villa Borghese e poi non ci dice niente nessuno».
Mentre due turisti affacciati su piazza del popolo, increduli, in un italiano stentato chiedevano: «Non possiamo fumare? E chi lo dice?». Non lo dice nessuno: né una divisa in giro, né un cartello di divieto. Nessuno a parte l'ordinanza del sindaco, firmata nero su bianco.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Giugno 2015, 08:14
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