Dolce vita, addio alla ballerina Nana
Il ricordo di Rino Barillari

Dolce vita, addio alla ballerina Nana Il ricordo di Rino Barillari

di Fabio Ferzetti
Dici Aich Nana e pensi Dolce vita. Dici Dolce vita e la mente corre subito a Rino Barillari, il “king dei paparazzi”, mitico fotografo del Messaggero e delle folli notti romane.

Che su quel periodo ormai leggendario ha ricordi ancora vivissimi. Come se fosse successo tutto ieri.



Allora Rino, se ne va un pezzo di storia?

«Eccome. Aiché Nana fu la protagonista della più importante nottata di quegli anni. Si festeggiavano i 18 anni di Olghina di Robilant al Rugantino di Trastevere, un locale che andava per la maggiore, ma che aveva il “difetto” di essere a due passi dal Cupolone. C’era tutta la mondanità romana. E a un certo punto danzando le si scopre il seno. Lo scandalo fu immediato, una bomba, anche perché il locale era davvero vicino al Vaticano».



Oggi sembra incredibile.

«Ma allora non c’era il divorzio, l’Italia era un paese castigatissimo, al massimo vedevamo qualche attrice americana sui calendarietti profumati dei barbieri. Quel seno che si affacciava era la promessa di un’altra epoca che col boom economico, e la folla di stranieri che portava a Roma, cominciavamo appena a intuire. Fu come se oggi venisse fuori un palazzo di baby prostitute».



Aiché Nana ne avrà sofferto. Doveva fare un film diretto da Vittorio De Sica, che dopo quella serata cancellò tutto.

«Certo. Era una ballerina bravissima, ma prima di quella notte chi la conosceva? Ha passato il resto della sua vita a cercare di sfuggire a quell’immagine. Quell’episodio le rovinò l’esistenza. Anche per questo forse era sempre triste, non sorrideva mai, teneva alla sua privacy, non come quella compagnona scatenata di Anita Ekberg. No, Aiché Nana era una donna affascinante, tranquilla, perbene.



Il cinema le voltò le spalle?

«No, aveva diverse amicizie nel cinema. Per esempio Tiberio Murgia, il Ferribotte dei Soliti ignoti. Ma proprio la famosa sera del Rugantino conobbe un regista, Sergio Pastore, che le raccolse l’abito e la aiutò. Curiosamente tanti anni dopo Pastore morì alla prima di un suo film, al cinema Fiamma. Ricordo che lo fotografai steso in terra, sarebbe spirato qualche ora dopo al San Giacomo. Insieme a lui Aiché Nana aveva avuto una figlia, Sara Pastore, bravissima cantante lirica. Insomma, fu una serata storica».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Gennaio 2014, 09:29
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