Dirottato su Ginevra aereo etiope Addis Abeba-Roma. Passeggeri in salvo, arrestato il copilota

Dirottato aereo etiope per Roma, fa rotta su Ginevra: arrestato un uomo
Un aereo della Ethiopian Airlines da Addis Abeba a Roma stato dirottato sullo scalo di Ginevra. Il dirottatore, poi catturato, è il co-pilota dell'aereo il suo scopo era ottenere l'asilo politico in Svizzera. l'uomo non era armato e ha approfittato della momentanea assenza del pilota per cambiare la rotta. L'aereo ha sorvolato più volte Ginevra prima di atterrare. Il copilota-dirottatore aveva chiesto alla torre di controllo di poter atterrare a Ginevra per fare il pieno di carburante, prima di far sapere che si trattava di un dirottamento, ha detto oggi la polizia dello scalo. Dopo l'atterraggio, l'uomo è uscito calandosi da un finestrino del cockpit con una corda d è stato fermato dalla polizia La testimonianza «Il tutto è cominciato verso mezzanotte e venti ora italiana quando l'aereo ha cominciato a ballare e i passeggeri si sono svegliati - ha ricordato Francesco Cuomo, che è un giovane economista specializzato nello sviluppo economico dei Paesi africani -. Il pilota intimava di aprire la porta della cabina di pilotaggio e ha cercato di sfondarla senza riuscirci. Lì si è capito che qualcosa di grave stava accadendo». «A questo punto è stato diffuso un messaggio dagli altoparlanti in un inglese stentato, ma si è capito chiaramente la minaccia di far cadere l'aereo - ha aggiunto il giovane -. Quindi si sono sentiti nuovi rumori e colpi e sono scese le mascherine per l'ossigeno. Poi la situazione si è normalizzata anche se c'era una forte tensione fra tutti».



Tutti i passeggeri del volo della Ethiopian Airlines (ET702) dirottato questa mattina sullo scalo di Ginevra sono sani e salvi. A bordo dell'aereo c'erano più di 198 persone. Il velivolo è atterrato nell'aeroporto di Cointrin alle ore 06:05. Sono 138 i passeggeri italiani tra cui un bambino. Di questi 111 erano diretti a Fiumicino, mentre 82 erano diretti a Malpensa.



I caccia italiani L'aereo è stato intercettato da due caccia dell'Aeronautica militare italiana sullo spazio aereo della Sicilia, dove si sono avute le prime evidenze che si trattasse di un dirottamento. I Caccia hanno quindi scortato l'aeroplano fino in Francia, dove è stato preso in consegna da aerei militari francesi.



I testimoni «Quel copilota ha minacciato per due volte di far precipitare l'aereo: sono stati momenti drammatici, in cui ho temuto davvero che fosse arrivata la fine. Non mi è rimasto che pensare alla mia famiglia»: è la testimonianza di Gianfranco Dragà, geologo di Bressanone, uno dei 193 passeggeri del volo Ethiopian Airlines 702 partito ieri sera da Addis Abeba e diretto a Roma e Milano, dirottato a Ginevra nel corso della notte. «Dormivamo - ha aggiunto Dragà - e ci siamo svegliati all'improvviso quando abbiamo sentito cadere le maschere di ossigeno. Subito dopo il dirottatore ci ha ordinato di indossarle, ma non funzionavano. È allora che è scoppiato il panico, un passeggero dietro di me urlava, ho cercato di calmarlo».

La paura tra i passeggeri è stata tanto più grande perchè non si sono resi conto di quanto stava succedendo. «Sono stati minuti interminabili. L'aereo ha cominciato a ballare quando il pilota ha cercato di aprire a forza la porta della cabina di pilotaggio e il dirottatore ha evidentemente reagito malamente ai comandi - racconta Francesco Cuomo, un economista di 25 anni specializzato nello sviluppo economico dei Paesi africani, che proveniva da Nairobi - Dagli altoparlanti, in un inglese stentato, abbiamo inteso la minaccia di far cadere il velivolo. Poi, per fortuna, la situazione si è quasi normalizzata fino all'arrivo a Ginevra. Ma quando l'aereo ha cominciato a girare sopra la città, è tornata la paura». A bordo del volo c'era anche una delegazione dell'associazione «Parma per gli altri» che cura diversi progetti di solidarietà in Etiopia e in Eritrea. Ne facevano parte, tra gli altri, il presidente della Ong Pier Luigi Bontempi, il geologo Enrico Cattabiani, il medico Vito Bocelli e la cooperante Carlotta Pioli, che si erano recati in Etiopia per avviare un progetto legato alla coltivazione del caffè. Anche loro, evidentemente, hanno avuto paura, ma hanno evitato di drammatizzare e si sono limitati a inviare sms di rassicurazione a casa e all'associazione. C'è da essere sicuri che la drammatica avventura di stanotte non inciderà sull'impegno umanitario della Ong.



L'arrivo dei 111 passeggeri a Roma. «A un certo punto una hostess ci ha detto: lei è cristiano? Allora preghi Dio, come faccio io che sono ortodossa». Parlano all'aeroporto di Fiumicino i passeggeri reduci dal dirottamento del volo Ethiopian Airlines 702. A Roma sono arrivati in 111, quasi tutti italiani, ma anche americani, inglesi e ucraini, con un volo speciale della Swiss da Ginevra. Diego Gardelli, romano, con la moglie, la mamma e i due bambini Francesco e Tommaso, era reduce da una vacanza a Malindi. È a lui, come pure al compagno di viaggio Matteo Castellani, di Cesena, che l'hostess ha detto di dire una preghiera. «No, nessuno di noi ha capito che si trattava di un dirottamento fino a quando ce lo ha spiegato il comandante, un italiano, dopo l'atterraggio a Ginevra e dopo il fermo del (copilota) dirottatore. Fino a quel momento avevamo pensato a un'avaria, anche perchè le poche hostess che ci hanno parlato, tentavano di rassicurarci dicendo prima che avremmo fatto un atterraggio al Cairo, poi a Roma, infine a Milano. Noi eravamo all'oscuro di tutto, con i computer spenti, il buio fuori, abbiamo temuto di precipitare in mare». «Ce la siamo vista davvero brutta - gli fa eco la signora Elda, 75 anni, romana - con una 'codà a Ginevra, quando siamo stati controllati uno ad uno perchè temevano che a bordo potessero esserci complici del dirottatore». La preoccupazione maggiore di Gardelli è stata quella di fare indossare le maschere per l'ossigeno ai due figli. «Ci era stato detto di tenerle per mezz'ora e noi abbiamo temuto che loro non riuscissero a respirare. Con Francesco e Tommaso ci ha aiutati Benigni: ci siamo inventati una storia, abbiamo detto loro che avrebbero vinto un premio e così hanno tenuto la maschera per mezz'ora. Ma c'è da dire che per una volta noi italiani, che eravamo la maggioranza dei passeggeri, siamo stati bravi: non abbiamo perso la calma, siamo rimasti tutti tranquilli».

Viaggiava con un bimbo, Samuele di quasi 4 anni, anche una coppia ucraina, di ritorno da una vacanza a Zanzibar. «Tutto è cominciato dopo quasi un'ora e mezzo di volo - racconta il papà Dimitri, che con la famiglia vive vicino a Roma - L'aereo ha cominciato a 'ballarè, abbiamo pensato a un guasto del velivolo quando la cena che ci stavano servendo è finita a terra. L'unica cosa che il personale di bordo ha cercato di farci credere è che ci fosse stato un litigio tra i due piloti». Sorride ora che è tornato a Roma Bill, un cittadino americano che da 25 anni, dopo New York, ha scelto la capitale italiana come sua città di residenza. «Sembrava proprio un film. Siamo rimasti nel buio più totale fino all'arrivo a Ginevra, quando finalmente il comandante ci ha spiegato che cosa era veramente successo. Paura? Sì tanta, lo confesso . Quello che mi ha colpito di più, però, è stato il fatto che, dopo i primi drammatici momenti, tutti sono rimasti calmi. Bravi, bravi italiani».




Il governo etiope ha identificato il copilota che stamani ha dirottato l'aereo a Ginevra. Secondo il ministro dell'informazione Redwan Hussein, si tratta di Hailemedehin Abera Tagegn, 31 anni, da cinque dipendente della compagnia, senza precedenti penali. «Non c'è alcuna ragione politica, sociale o economica che giustifichi il fatto di dirottare un aereo e diventare un criminale», ha detto il ministro sostenendo che l'uomo non aveva motivi di fuggire dall'Etiopia. «Da ciò che sappiamo finora, il copilota è fisicamente sano. Perciò i motivi che lo hanno spinto a dirottare il suo stesso aereo sono ancora impossibili da comprendere», ha dichiarato il ministro aggiungendo di attendere le conclusioni dell'inchiesta.



Il pilota. «Ho fatto tutto il volo qui davanti» alla cabina di pilotaggio chiusa, «non mi potevo muovere, altrimenti ha dichiarato che avrebbe fatto cadere l'aereo. Le sue motivazioni non le so, ma non mi interessa. Per adesso mi interessa che state tutti bene». Così il comandante dell'aereo dirottato stamani rassicura i passeggeri una volta atterrati a Ginevra, ma ancora in attesa dei soccorsi svizzeri. L'audio è stato registrato da alcuni passeggeri e diffuso dal sito di informazione vocepinerolese.it.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Febbraio 2014, 00:40
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