Aci, protesta serrata per salvare 40 posti
I lavoratori: "Vogliono delocalizzare il call center in Albania"

Aci, protesta serrata per salvare 40 posti I lavoratori: "Vogliono delocalizzare il call center in Albania"
Una protesta serrata. Per salvare 40 posti di lavoro a rischio per l'intenzione dell'Aci di delocalizzare alcuni settori come il call center in Albania. Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta da un avvocato e un dirigente dell'ente. Il presidente dell'Aci è fuori Italia. Il sindacato e i lavoratori hanno richiesto una risposta politica da parte di Aci che decide di delocallizzare in Albania e Slovenia il soccorso stradale. Chiami Aci e risponde Capodistria e Tirana. Dichiarazione sindacalista.“Un altro grave scempio contro l’occupazione nel territorio di Roma si sta compiendo in questi giorni: circa quaranta lavoratori dell’azienda Omnibus del gruppo Worksys, appaltatrice di ACI Global per l’assistenza agli automobilisti in difficoltà, rischiano di perdere il posto di lavoro perché senza alcuna apparente ragione ACI Global ha deciso di togliere la commessa e di affidarla altrove. Questo è il riconoscimento che un’azienda di carattere pubblico dà a lavoratori che si sono distinti per professionalità e impegno svolgendo in questi anni un lavoro importante per la collettività”, è quanto dichiara Luigi Le Pera segretario provinciale di Roma della UGL Telecomunicazioni “La UGL Telecomunicazioni” prosegue il sindacalista “ ha inviato una richiesta urgente di incontro alla direzione di ACI Global e contestualmente alla Regione Lazio e ai ministeri competenti.
Anche in quelle sedi chiederemo spiegazioni ad ACI Global sulla probabile delocalizzazione di lavoro all’estero e precisamente in Albania e in Slovenia”. “Ricordiamo che il socio unico di ACI Global è ACI ” prosegue Stefano Conti Segretario nazionale UGL Telecomunicazioni “cioè un ente pubblico non economico che nell’ultimo bilancio certificato mostra un utile pari ad oltre 27 milioni di euro. Da parte di un soggetto di carattere pubblico ci aspetteremmo un comportamento che sia da esempio all’insegna del principio di responsabilità sociale d’impresa, in questo caso clamorosamente ignorato. Se poi a guidare ad interim il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ci sta il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, allora chiediamo a gran voce che si faccia tutto il possibile per salvare i posti di lavoro a rischio licenziamento.”

Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Aprile 2015, 16:23
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