Ast, Renzi incontra i sindacati dopo gli scontri.
Camusso: "Abbassare i toni? Lo dica ai suoi"

Vertenza Ast, Renzi incontra i sindacati dopo gli scontri. Camusso: "Abbassare i toni? Il premier lo dica ai suoi"
ROMA - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, stanno incontrando a Palazzo Chigi una delegazione sindacale degli operai delle acciaierie Ast di Terni. Anche il leader della Fiom, Giorgio Landini, è a Palazzo Chigi all'incontro presieduto da Matteo Renzi. Al tavolo partecipano i sottosegretari Graziano Delrio e Teresa Bellanova e i segretari Fiom, Fim e Uilm, Rappa, Farina, Bentivogli e Ghini.



RENZI: PORTIAMO A CASA LA VERTENZA AST Sugli scontri di ieri «faremo verifiche e poi gli atti saranno conseguenti», ha garantito il premier Matteo Renzi nell'incontro con le rappresentanze sindacali dell'Ast a Palazzo Chigi. «Non vogliamo fare a meno del sindacato nelle trattative sindacali». «L'imperativo morale è portare a casa la vertenza Ast», ha aggiunto il premier.



La vertenza della Ast di Terni «va separata dal confronto politico», afferma il premier che chiede, a quanto si apprende, «un confronto serio e nel merito» su Terni. «Non consentirò di strumentalizzare Terni» ha detto il premier. L'imperativo morale, ha spiegato il presidente del Consiglio, «è chiudere la vertenza» dell'acciaieria umbra. «Le discussioni politiche le lasciamo fuori da qui» ha chiesto Renzi.



CAMUSSO: RENZI ABBASSI I MANGANELLI «Il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell'ordine pubblico». Così, intervenendo a Radio Anch'io su Radio1, il segretario generale della Cgil commentando gli scontri di ieri alla manifestazione dei lavoratori Ast. La leader sindacale ha inoltre esortato il Governo ad intervenire sulla vertenza parlando direttamente con Berlino. «Il governo - ha detto infatti - invece di fare ping pong tra le parti, dovrebbe sentire direttamente il governo tedesco e muoversi sulla multinazionale».



«Non capisco questo riferimento ad abbassare i toni», perchè «se c'è qualcuno che ha alzato i toni sono quelli che non sanno leggere gli articoli e che usano i titoli per fare polemica. Direi che questo appello il presidente del Consiglio lo deve rivolgere in casa sua». Secondo Camusso poi, gli episodi di ieri riguardanti Ast sono «un segnale pericoloso per una situazione economica e sociale molto difficile».



«Questo governo ha fatto cose importanti ma non coglie il tema fondamentale di come si crea lavoro: noi vorremmo aiutarlo questo governo. Il nostro obiettivo non è creare muri ma trovare soluzioni migliori». «Cominciamo a sospettare - ha detto poi Camusso - che questo governo abbia paura di misurarsi con altre proposte mentre c'è proprio bisogno di aiutarsi per trovare insieme le soluzioni migliori».



“BOTTE NON PER CASO” «Ho incontrato personalmente i lavoratori dimessi, tutti e due raccontano la stessa cosa: c'è stato un ordine esplicito. Stupisce sempre, del resto, che queste cose possano avvenire per caso. Ci deve essere un ordine». È l'accusa che lancia il segretario generale Cgil Susanna Camusso, intervistata dal Fatto Quotidiano. E al giornalista che le chiede se dopo gli scontri di ieri abbia pensato di anticipare lo sciopero generale risponde: «fino all'8 novembre ci sono mobilitazioni già decise. Continuiamo a pensare che bisogna articolare e allargare le iniziative, dare voce ai territori».



«Non abbiamo in mente una lotta di breve periodo». Camusso torna poi sulle parole dell'europarlamentare Pd Pina Picierno sulle 'tessere falsè della Cgil: «il mio sentimento prevalente è di parlare delle cose concrete e delle cose da fare. Non mi interessa rispondere al protagonismo di qualcuno».



DELRIO: ACCUSE INFANTILI «Aggrapparsi alla dichiarazione di un imprenditore è, nel migliore dei casi, infantile», nel peggiore «rivela una vecchia logica del sospetto e dell'insinuazione». Intervistato da Repubblica, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio risponde così alla leader Cgil Susanna Camusso, che ieri dallo stesso quotidiano aveva accusato il governo Renzi di essere nato grazie ai poteri forti, come dimostrerebbe una dichiarazione di Marchionne. «Se la Cgil guardasse solo ai fatti - dice il sottosegretario - capirebbe che è esattamente il contrario. Noi abbiamo tassato le rendite finanziarie e le banche. Andate a chiedere se certi manager e certi banchieri sono contenti di questo governo».



Delrio torna sulle critiche del sindacato della Camusso alle misure del governo: «se la Cgil ha dei dubbi dimostri con un' analisi economica seria come si fa a raggiungere gli stessi obiettivi». L'ex sindaco di Reggio Emilia spiega che il governo non vuole dividere il Paese, ma farlo uscire «dal suo status attuale». E sottolinea: «Qual è il Paese che abbiamo trovato, chi lo ha portato fin qua? Non c'è stato il coraggio di riformare gli enti locali, la pubblica amministrazione, la giustizia e non è questo il motivo per cui l'Italia è in queste condizioni? La mancanza di decisione ha conseguenze peggiori del non scegliere».



Quanto agli scontri di ieri sotto il ministero dello Sviluppo Economico «non gettiamo la croce addosso a nessuno - dice Delrio - finchè non sarà chiara la dinamica dell'episodio». «Gli operai stavano facendo il loro mestiere difendendo il posto di lavoro. E i poliziotti facevano il loro. Anche gli agenti sono dei lavoratori».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Ottobre 2014, 08:54
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