Unioni civili, Renzi: "Basta nascondersi,
sono un diritto. No all'utero in affitto"

Unioni civili, Renzi: "Basta nascondersi, sono un diritto. No all'utero in affitto"

di Alessandra Severini
Comincia oggi in aula al Senato la “lotteria” del voto segreto sul ddl unioni civili. L'incertezza è massima: il fronte cattolico, anche all'interno del Pd, continua a chiedere di togliere la stepchild adoption, mentre la Lega non ha ancora ritirato gli oltre 5.000 emendamenti presentati. Alla vigilia del voto, Renzi ha provato a suonare la carica: «E' finita la stagione in cui nascondersi, i diritti (e i doveri) sono tali solo se sono per tutti».

Consapevole dell’incertezza che regna intorno alle adozioni, però, il premier ha tenuto a sottolineare che la stepchild adoption «non è il punto principale di questa legge», ma «è giusto che il Parlamento si pronunci anche su questo». Anche per calmare le acque, Renzi si è espresso contro la pratica dell'utero in affitto «che rende una donna oggetto di mercimonio» e ha concordato con Anna Finocchiaro la presentazione di una mozione «per la messa al bando universale dell'utero in affitto». Difficile che basterà a convincere i cattodem e Area popolare a votare il famigerato articolo 5 sulla stepchild. Già oggi comunque, con i primi voti segreti si avrà un’idea delle posizioni dei partiti. I tempi per l'approvazione del ddl, però, potrebbero allungarsi ed è difficile che l'ok arrivi, come previsto inizialmente, entro il 12 febbraio.

Intanto i rapporti fra Pd e M5s trovano un altro terreno di scontro. I dem attaccano l'idea del Movimento di infliggere multe fino a 150mila euro ai candidati alle elezioni amministrative che compiano atti capaci di provocare al Movimento danni di immagine. «Le sanzioni pecuniarie per chi dissente, proposte nel M5s – attacca il vicesegretario dem Guerini - oltre a sfiorare il ridicolo, credo confermino l'ineludibile esigenza di procedere senza indugi a discutere e approvare una nuova legge sui partiti in attuazione dell'art. 49 della Costituzione».

Il tentativo di accelerare l'iter del ddl sui partiti, che tra l'altro prevede che acquisire personalità giuridica sia condizione necessaria per presentare candidature alle elezioni, fa insorgere il M5S che vi legge un tentativo di imbrigliare il Movimento: «E' questo il fascismo renziano. Una controriforma ad castam che neutralizza il M5S impedendogli di presentarsi alle elezioni». Intanto la Meloni dopo il no a Marchini (che resta in corsa) lancia Rita Dalla Chiesa candidata sindaco di Roma. La presentatrice al Tg1: «Ci sto pensando». Decisivo il vertice con Berlusconi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Febbraio 2016, 14:53
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