Unioni civili, sì della Camera. Renzi: un giorno di festa

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Sì alla legge sulle Unioni civili. Il sì definitivo al provvedimento è arrivato oggi alla Camera. Il testo è stato approvato con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un forte applauso dai banchi del Pd. Applausi anche fuori della Camera dove un gruppo di attivisti ha salutato il voto con un boato. In precedenza Montecitorio aveva conferma la fiducia al governo sul ddl sulle unioni civili con 369 voti a favore, 193 contrari e 2 astenuti. 

Il disegno di legge, già approvato dal Senato e non modificato da Montecitorio, regolamenta le unioni tra persone dello stesso sesso e le convivenze di fatto (di coppie sia omosessuali, sia eterosessuali). All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano alcuni articoli del codice civile relativi al matrimonio e gran parte della disciplina della legge sul divorzio. La nuova norma definisce, inoltre, conviventi di fatto due persone maggiorenni non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da unione civile, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune.


M5S si astiene. «La legge che votiamo non è Cirinnà, ma Verdini-Alfano-Renzi. Non lo è perchè è stata stravolta nei contenuti in Senato, dove il M5s aveva lavorato con dedizione». Lo ha detto in Aula Alfonso Bonafede di M5s, che ha definito «inaccettabile» la legge sulle unioni civili, salvo alla fine annunciare l'astensione di M5s, provocando gli applausi polemici del Pd. Bonafede ha criticato innanzi tutto la richiesta della fiducia sia al Senato che alla Camera e poi ha criticato il merito della legge: «Alcuni punti tradiscono un pregiudizio grave, come l'aver tolto l'obbligo di fedeltà per le coppie gay». Ma le critiche hanno riguardato la seconda parte della legge, riguardanti le convivenze di fatto eterosessuali: «È un capolavoro di una legge inaccettabile, che due persone che convivono senza sposarsi, hanno l'obbligo degli alimenti. La libertà di sposarsi implica quella di non sposarsi». «È incredibile - ha aggiunto - quanti errori nella seconda parte della legge che la rendono inaccettabile. Ma perché tanti errori? Perché non è stato potuto discutere la legge in Aala». Dopo un intervento polemico, Bonafede ha improvvisamente chiuso in maniera inaspettata: «Sulla prima parte della legge c'è un minimo di diritti. Noi a quelle persone non diremo di no e per questo ci asterremo».

Il premier Matteo Renzi oggi ha risposto alle critiche della Cei per la scelta del governo di porre la fiducia sulle unioni civili con un post su Facebook dedicato a un'amica: «In queste ore decisive tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie.«Lo facciamo mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti», scrive il premier.

«È un giorno di festa per tanti, oggi.
Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi. Per chi stanotte ha fatto fatica a prendere sonno, per chi da giorni ci scrive chiedendo dove festeggiare, per chi semplicemente non sta più nella pelle. È un giorno di festa per tanti, oggi», continua Renzi. «In queste ore decisive - scrive il premier - tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perchè le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama. Scriviamo un'altra pagina importante dell'Italia che vogliamo. Lo facciamo mettendo la fiducia perchè non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti. Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perchè in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto».


Sul caso in mattinata interviene anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «Ho rispetto per la Cei ma ritengo quella scelta necessaria e anche un po' tardiva rispetto a ciò che si è sviluppato nel tempo nella società e a diritti che da troppo tempo chiedono un riconoscimento, e da ministro della Giustizia aggiungo che da anni la Corte di Strasburgo ci segnala che categorie di cittadini non hanno un riconoscimento per legge dei propri diritti». 



 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Maggio 2016, 21:35
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