Riforme, colpo di scena al Senato:
le opposizioni ritirano gli emendamenti
opposizioni hanno manifestato la disponibilità ad una mossa analoga.
In questo senso si sono espressi Sel e Forza Italia mentre M5S ha confermato i propri. A questo punto resterebbero in piedi emendamenti in numero tale da rendere praticabile un esame in commissione, circostanza che sarà evidentemente al centro delle valutazioni della Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama originariamente convocata per calendarizzare le riforme costituzionali in aula.
Il ministro delle Riforme Boschi però appare dubbiosa: «Il governo sull'organizzazione dei lavori in Commissione non può dire nulla. Certo è che anche dopo il ritiro degli emendamenti ne rimangono tremila. Attendiamo ora le decisioni della capigruppo». E il presidente dei senatori dem Zanda lo dice chiaramente: «È tutta una manovra politica: prima la presentazione degli emendamenti, ora il ritiro... tutta politica».
Intanto il premier, Matteo Renzi, ha convocato la direzione del Pd per lunedì prossimo. La presidente della Commissione affari costituzionali Finocchiaro si dice convinta che ci siano le condizioni per arrivare ad un testo ampiamente condiviso. E la senatrice Doris Lo Moro della minoranza, che ieri ha innescato lo show down abbandonando il tavolo del Pd, assicura: "Siamo disponibili alla discussione, ce lo dimostri anche Renzi e troviamo la soluzione in 24 ore".
Dal Ncd intanto Schifani assicura che non c'è legame fra voto sulle riforme e modifiche all'Italicum, smentendo Roberto Formigoni e Gaetano Quagliariello, che ieri ha addirittura formalizzato la modifica dell'Italicum in un ddl: "Noi vogliamo le riforme e faremo di tutto per migliorarle", dice Schifani.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Settembre 2015, 19:03
