È a questo meccanismo che Renzi si affida per portare a casa il voto sulla riforma prima di Ferragosto, superando così di un balzo il feroce ostruzionismo delle opposizioni. Perché il premier quelle riforme intende portarle a compimento “costi quel che costi”. In versione zen, su twitter, Renzi ribadisce il concetto: “Mentre loro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza”.
Il governo per questo deve dire grazie anche ai fuoriusciti di Sel, mentre i rapporti fra il Pd e il partito di Vendola sembrano ormai logori. Il governatore pugliese minaccia “serie conseguenze” dopo la “rottura unilaterale del Pd” e chiede al rottamatore di chiarire se l'alleanza con la destra è una scelta strategica della sua segreteria. La strategia di Renzi è comunque quella di calmare la dissidenza offrendo modifiche alla legge elettorale. È con questa promessa che ha sedato i ribelli del suo stesso partito. Si parla per esempio del ritorno alle preferenze di lista alla Camera con i soli capilista bloccati e dell'abbassamento delle soglie di sbarramento. Tutte possibili modifiche che avrebbero già il sì dell'alleato di punta sulle riforme: Forza Italia.
Oggi intanto in Consiglio dei ministri verranno illustrate le linee guida del decreto cosiddetto Sblocca-Italia: l'intenzione, dopo un mese di confronto, è approvarlo a fine agosto. Il decreto affronta molte questioni: dalla riforma dei porti alle infrastrutture, dall'accelerazione sui fondi UE alle semplificazioni. È uno degli interventi sui cui il governo punta per ridare slancio all'economia, ma intanto si fatica a trovare le risorse per finanziare la cassa integrazione.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Luglio 2014, 09:43
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