Riforma del Senato impantanata, ieri votati solo
tre emendamenti: allarme di Grasso e Napolitano

Riforma del Senato, ieri votati solo tre emendamenti: allarme di Grasso e Napolitano

di Alessandra Severini
ROMA - E' allarme rosso per la riforma del Senato. Ieri a Palazzo Madama andato ancora in scena il duro ostruzionismo di opposizioni e dissidenti e si riusciti a votare solo tre emendamenti. Una situazione di stallo che ormai preoccupa governo e Quirinale.



Così anche il presidente del Senato Pietro Grasso sale al Colle per disegnare la pericolosa palude in cui la riforma sembra finita. Così il Presidente della Repubblica mette in guardia sul «grave danno» che subirebbero il prestigio e la credibilità del Parlamento nel caso di «una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale». Ma i moniti del Capo dello Stato e le trattative sfiancanti non hanno portato ancora ad un risultato. Solo tre voti in tutta la giornata di ieri, di questo passo il primo via libera al testo arriverebbe a settembre inoltrato.



A questo punto Matteo Renzi dovrà per forza aprire a qualche aggiustamento del testo, così da far cessare l'ostruzionismo (Sel che di emendamenti ne ha presentati più di 5mila ha fatto delle aperture in tal senso). Preoccupa però anche il voto segreto, richiesto su oltre 900 emendamenti. Il presidente Grasso lo ha concesso su alcuni, sollevando le ire del Pd. Il premier fa spallucce e ritiene «i frenatori uno spot per noi», avvertendo anche che se ci saranno «scherzetti» grazie al voto segreto, il testo sarà poi modificato alla Camera. Ma La dilatazione sembra inevitabile.



L'invito al dialogo e ad un maggiore rispetto delle prerogative parlamentari viene però anche dalle forze che appoggiano la riforma, come FI e Lega. A fare il tifo per l premier è invece l'ad di Fiat, Sergio Marchionne: «Completare il programma di riforme è essenziale. Spero che non si faccia intimorire e tenga duro».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Luglio 2014, 11:40
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