Sono Fabio Ladisa, imprenditore candidato nella lista “Popolari con Emiliano” che appoggia il candidato del Pd ed ex sindaco di Bari. Emiliano ha già chiesto a Ladisa di ritirarsi dalla competizione elettorale. Degli altri tre finiti nel mirino dell'Antimafia, due fanno parte dello schieramento che sostiene l'oncologo Francesco Schittulli: sono Massimo Oggiano e Enzo Palmisano. L'ultimo nome è quello di Giovanni Copertino, ex presidente democristiano della Regione, che oggi sostiene la candidatura a presidente di Adriana Poli Bortone.
Gli altri componenti della “lista nera” - in tutto poco più di dieci – sarebbero candidati in Campania. Nessuno nelle regioni del centro-nord. Tutti sono considerati impresentabili secondo il codice etico sottoscritto dalla stessa commissione Antimafia che invita a non candidare chi è stato rinviato a giudizio per i reati di stampo mafioso (416 bis del codice penale) e per i cosiddetti reati spia: racket, usura, riciclaggio, traffico di esseri umani, traffico di rifiuti.
Non teme le polemiche Matteo Renzi che è sicuro: «Il Partito democratico nelle sue liste per le regionali non ha alcun impresentabile». Stessa certezza mostra Matteo Salvini: «Sono orgoglioso delle mie liste».
Intanto la Corte di Cassazione ha deciso che spetta al giudice ordinario, e non al Tar, il controllo sull'applicazione della legge Severino in materia di incandidabilità ed eleggibilità.
I giudici amministrativi avevano restituito a due sindaci (Luigi de Magistris a Napoli e Vincenzo De Luca a Salerno) la carica, dopo che entrambi erano stati condannati per abuso d'ufficio e dichiarati decaduti proprio per effetto della legge Severino.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2015, 12:23
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