Elezioni regionali, i primi 4 candidati
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Regionali, i primi 4 candidati impresentabili sono in Puglia. Sel: "Gli altri sono campani". La lista venerdì -Leggi i nomi

di Alessandra Severini
ROMA - I primi quattro nomi sono già stati resi noti, ma per la la lista completa bisognerà attendere venerdì, solo due giorni prima del voto. La lista degli “impresentabili”, cioè di quei candidati che secondo il codice etico non avrebbero dovuto essere inseriti nelle liste delle regionali, era attesa per ieri sera ma poi c'è stato il rinvio a causa di un rallentamento dei lavori della commissione Antimafia. Per ora si sa che dell'elenco fanno parte quattro candidati pugliesi, resi noti con una fuga di notizie partita dal deputato grillino Francesco D'Uva.





Sono Fabio Ladisa, imprenditore candidato nella lista “Popolari con Emiliano” che appoggia il candidato del Pd ed ex sindaco di Bari. Emiliano ha già chiesto a Ladisa di ritirarsi dalla competizione elettorale. Degli altri tre finiti nel mirino dell'Antimafia, due fanno parte dello schieramento che sostiene l'oncologo Francesco Schittulli: sono Massimo Oggiano e Enzo Palmisano. L'ultimo nome è quello di Giovanni Copertino, ex presidente democristiano della Regione, che oggi sostiene la candidatura a presidente di Adriana Poli Bortone.



Gli altri componenti della “lista nera” - in tutto poco più di dieci – sarebbero candidati in Campania. Nessuno nelle regioni del centro-nord. Tutti sono considerati impresentabili secondo il codice etico sottoscritto dalla stessa commissione Antimafia che invita a non candidare chi è stato rinviato a giudizio per i reati di stampo mafioso (416 bis del codice penale) e per i cosiddetti reati spia: racket, usura, riciclaggio, traffico di esseri umani, traffico di rifiuti.

Non teme le polemiche Matteo Renzi che è sicuro: «Il Partito democratico nelle sue liste per le regionali non ha alcun impresentabile». Stessa certezza mostra Matteo Salvini: «Sono orgoglioso delle mie liste».



Intanto la Corte di Cassazione ha deciso che spetta al giudice ordinario, e non al Tar, il controllo sull'applicazione della legge Severino in materia di incandidabilità ed eleggibilità.
I giudici amministrativi avevano restituito a due sindaci (Luigi de Magistris a Napoli e Vincenzo De Luca a Salerno) la carica, dopo che entrambi erano stati condannati per abuso d'ufficio e dichiarati decaduti proprio per effetto della legge Severino.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2015, 12:23
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