Quirinale, Renzi lancia il nome di Mattarella.
No di Forza Italia: "Scheda bianca" -Foto

Renzi per Mattarella. Fi: "Bianca". A vuoto la prima votazione

di Alessandra Severini
ROMA - Il voto per il Quirinale fa ritrovare l'unità al Pd ma incrina il Patto del Nazareno. La prima votazione si consuma senza sorprese, con una fumata nera, centinaia di schede bianche, qualche voto burla (5 anche per Francesco Totti) e i grillini fedeli alle indicazioni della Rete a votare il giudice Imposimato. Ma Renzi avverte che dalla quarta votazione, quando il quorum sarà più basso, si farà sul serio e che «l'unico nome» in gioco è quello dell'ex ministro della sinistra Dc, Sergio Mattarella. «Un uomo della legalità – spiega il premier ai suoi - della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola».



La mossa di Renzi riesce ad entusiasmare i dem ma fa infuriare Berlusconi. Mattarella è stato tra i fondatori della Margherita e del Partito democratico e le dichiarazioni di Bersani e Enrico Letta mostrano che fra i dem non fanno paura i franchi tiratori e non si teme il remake del 2013.

L’ex Cav invece accusa Renzi di aver “tradito” il patto del Nazareno. «Renzi – tuona il capogruppo azzurro Paolo Romani - non può tenere insieme tre maggioranze: una al governo, un’altra sulla legge elettorale e un’altra sul Quirinale». La tensione in Fi è evidente e la fronda azzurra guidata da Fitto chiede la 'testa' dei vertici azzurri da sempre sponsor del patto con Renzi.





Sabato, il giorno decisivo della quarta votazione, Fi e e Area Popolare hanno annunciato che voteranno scheda bianca. Nel Pd non si dà completamente per perso il rapporto con il Cavaliere e proprio la scheda bianca annunciata «per garbo istituzionale verso Mattarella» viene interpretata come uno spiraglio lasciato al dialogo. Nel segreto dell’urna si sussurra che da centristi e e azzurri qualche voto a Mattarella potrebbe arrivare.



Alla quarta votazione comunque, i voti per Mattarella dovrebbero arrivare di sicuro dal Pd, ma anche da Sel, Scelta Civica, dai fuoriusciti grillini. Chi tiene i conti parla di un pacchetto di 554 voti certi, sufficienti a superare la maggioranza dei 505 voti necessari. Alfano deve decidere: si trova in una posizione imbarazzante da membro del governo ma alleato di Berlusconi nella partita del Quirinale. Per ora sceglie di stare dalla parte del suo ex leader: «Il problema è il metodo non il nome, degnissimo, di Mattarella. La sua scelta è avvenuta per comporre le questioni interne del Pd, ma noi non siamo del Pd. Ma il patto di governo tiene”. Sul nome di Sergio Mattarella pesa anche la “benedizione” di Giorgio Napolitano che ieri ha partecipato alla sua prima votazione da senatore a vita: “E' una persona di assoluta lealtà, coerenza democratica e alta sensibilità costituzionale».





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Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Gennaio 2015, 09:01
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