Il premier, accolto da un applauso dei familiari delle vittime, si è soffermato a lungo, prima e dopo la cerimonia, a parlare con i rappresentanti delle associazioni che si sono battute per inasprire le pene dell'omicidio stradale. «È difficile - ha sottolineato - trovare le parole per spiegare quel che stiamo facendo. Con alcuni di voi ci siamo incontrati qualche anno fa, quando io facevo un altro mestiere. È un percorso nato dal basso, che ha visto tanta mobilitazione e banchetti nelle parrocchie. Non pensate - ha detto - che le associazioni di parenti delle vittime vivano questa legge come una sorta di vendetta perché per molti di loro raccogliere firme era una ferita doppia. Non pensate sia stata una passeggiata, di piacere, anzi. Ma è un modo per rendere giustizia. E credo sia un dovere».
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«Siamo a palazzo Chigi, che è il luogo del governo degli italiani: perciò firmo questa legge con voi», ha spiegato il presidente del Consiglio. «Da domani c'è da lavorare ancora di più per rendere le strade più sicure e perché questa strage infinita possa essere ricondotta alla normalità dei valori. Per restituire valore alla vita».
"STRAGE INFINITA, LE PENE ERANO MORBIDE" La legge sull'omicidio stradale ha avuto «un percorso anche molto combattuto: non voglio sottolineare come sbagliate le altrui opinioni di chi diceva che c'erano troppo dure. Ma tutti devono riconoscere che le pene fino a oggi erano assolutamente troppo morbide», ha detto il premier. «Da domani - ha aggiunto - c'è da lavorare sempre più per rendere le strade sicure e perché la strage infinita non continui. Se questa legge servirà banalmente a educare a stare attenti e far capire che non ci si mette alla guida ubriachi o drogati e a capire che la vita è un valore, avremo reso l'Italia un paese più giusto e più degno. È atto di attenzione da parte del Paese».
«Ricordo quando da sindaco un gruppo di ragazzi, amici di una vittima, mi dissero 'la politica non può fare niente, non abbiamo fiducia nella politica'.
Ringrazio i parlamentari e i membri del governo che ci hanno creduto perché questa legge restituisce speranza a questi ragazzi e fa capire che la politica serve, anche se si può discutere e si possono avere diverse opinioni».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Marzo 2016, 12:46
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