Legge di stabilità, stangata sugli enti locali?
Jobs Act, il governo pensa alla fiducia alla Camera

Legge di stabilità, stangata sugli enti locali? Jobs Act, il governo pensa alla fiducia alla Camera

di Alessandra Severini
ROMA - La legge di stabilità rischia di tradursi ancora una volta in una stangata sugli enti locali. Anche a loro verrà richiesta infatti una corposa collaborazione alla spending review e dei circa 10 miliardi di risparmi nella spesa pubblica circa 5 potrebbero venire proprio dai tagli chiesti a Comuni, Regioni e Province.





Ai Comuni verranno chiesti risparmi soprattutto sul fronte degli acquisti di beni e servizi ma saranno i sindaci a scegliere dove tagliare per trovare almeno quel miliardo e mezzo chiesto loro dal governo. I Comuni potranno però beneficiare, forse, della ridefinizione della tassazione immobiliare con l'accorpamento in un'unica imposta di Imu e Tasi.

Ancora più duro sarà il sacrificio chiesto alle Regioni: circa 3 miliardi, anche qui in gran parte risparmi da ottenere con la revisione delle procedure per l'acquisto forniture, comprese quelle sanitarie. Sempre gli enti locali saranno interessati dagli interventi sulle municipalizzate da cui il governo vuole ottenere, favorendo ad esempio fusioni, 500 milioni di euro nel 2015. In cambio gli enti locali (almeno quelli con i conti in ordine) potranno probabilmente beneficiare dell'alleggerimento del patto di stabilità interno promesso dal premier. Naturalmente la stangata su Comuni e Regioni rischia di mettere in ginocchio gli amministratori locali che potrebbero essere costretti per l'ennesima volta a rivedere al rialzo il costo dei servizi e le tasse locali, già cresciute a livelli record negli ultimi anni.

I ministeri dovranno contribuire alla spending review con circa 4 miliardi. Il resto delle risorse dovrà venire dalla lotta all'evasione (3 miliardi) e dal deficit che verrà innalzato al livello massimo consentito dai vincoli europei rimanendo comunque sotto il tetto del 3%.



Intanto il governo è deciso ad accelerare l'approvazione del jobs act, senza escludere il ricorso alla fiducia anche alla Camera. Tutto dipende dai tempi. Se la discussione non si protrarrà a lungo, dice il ministro del Lavoro, Poletti “il problema della fiducia non si porrà”. Il ministro ha annunciato che nelle intenzioni del governo c'è l'abolizione dei Co.co.co. e Co.co.pro. E “un intervento sulle partite Iva che vanno cambiate ma non possono essere tolte perché fanno riferimento a molte tipologie professionali”. Intanto però i dati continuano a fotografare un'Italia al palo sul fronte dell'occupazione. Secondo i dati Eurostat, l'Italia è agli ultimi posti fra i paesi della Ue per tasso di posti vacanti. Peggio di noi fa solo la Lettonia.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Ottobre 2014, 12:03
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