Legge elettorale. Il summit sotto la foto del Che, Berlusconi fa le prove con Verdini

Legge elettorale. Il summit sotto la foto del Che, Berlusconi fa le prove con Verdini

di Mario Ajello
​La mitologia dell’incontro segreto, quella che d alla politica un sapore ”giallo”, e che la avvolge in una gustosa crosta di mistero, voleva riproporsi anche stavolta. Ma non si può più. Mai come adesso, nell’epoca della visibilità drogata e del tweet di un vicino di casa che scopre che stanno arrestando Bin Laden in Pakistan e diventa simultaneamente notizia virale in tutto il globo, non è possibile tenere nascosto un faccia a faccia che si svolge a Roma - città non sterminata - tra due persone che tutti conoscono (anche Hollande nonostante il caso da motociclista è stato scoperto nei suoi tradimenti) e che fin dal primo mattino di stamane verranno monitorati in ogni loro spostamento fino al momento dell’incontro. Dunque, si è rinunciato alla segretezza e Renzi e Berlusconi si vedranno nella sede del Pd, al Nazareno, oggi pomeriggio. E il summit sarà a sei. Quattro persone dal vivo, e due in effigie. Cioè? Renzi e Guerini, portavoce della segreteria del Pd da una parte, dall’altra Berlusconi più Gianni Letta - il quale dirà a Matteo di essere più buono con suo nipote? - e in mezzo le foto di Che Guevara e Fidel Castro. «L’incontro si fa nello studio del segretario - dice Renzi - dove alle pareti sono attaccate le immagini di quei due rivoluzionari».



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E chissà come Silvio reagirà vedendo, sul muro, quei due barboni rivoluzionari comunisti. Renzi e Berlusconi si vedranno nel pomeriggio. Perché al mattino - avverte il segretario del Pd - «io devo inaugurare alcune case popolari a Firenze e Berlusconi deve fare la presentazione di Seedorf a Milanello». Berlusconi ha insistito perchè ci si vedesse al Nazareno. Perché l’essere ospitato in quel palazzo - qualcuno lo contesterà? troverà qualche buccia di banana nei corridoi? - rappresenta ai suoi occhi lo sdoganamento più completo e plateale. Per il summit della «grande pacificazione» (copyright Silvio) sono all’opera gli allenatori. Almeno per il Cavaliere.

Il quale a Palazzo Grazioli, ieri sera, ha preparato il gran giorno insieme a Denis Verdini, per la parte tecnica sul sistema spagnolo, e a Gianni Letta per la parte diplomatica di cui l’Eminenza Azzurrina è gran maestro. Così come lo nel partecipare attivamente a incontri delicati, e non a caso si svolse a casa sua alla Camilluccia e sotto la sua regia la celeberrima cena conclusasi con «il patto della crostata» che sancì ma poi tutto poi si sfarinò l’accordo per le riforme della Bicamerale di D’Alema e Berlusconi.

Stavolta, con Renzi al posto di Max, andrà male un’altra volta? Renzi non teme gli esiti. Anzi: «Io non ho paura di Berlusconi». La sinistra prima di lui, invece, lo ha sempre rincorso e temuto, invidiato e demonizzato. Ma ora basta. «Per vent’anni - osserva Matteo - la nostra parte politica è stata subalterna, anche psicologicamente a Berlusconi. Io sono andato una volta a casa sua, ad Arcore, per motivi politici, e la cosa non mi ha fatto particolare effetto». E ancora: «Oggi sette o otto milioni di italiani votano per Forza Italia. Quindi, Berlusconi li rappresenta. E le riforme elettorali vanno fatte con chi rappresenta i cittadini». Il Demonio è altra cosa. «Non ho paura di Berlusconi - incalza Renzi - perchè male non fare, paura non avere. Semplicemente, voglio regole che ci consentano di non fare mai più governi insieme a Berlusconi». Ma siamo sicuri, vista anche la passione che Silvio ha per Matteo, che ciò non avverrà?
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Gennaio 2014, 08:23
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