Guidi, quell'incontro riservato con Total:
la ministra sapeva delle indagini

Guidi, l'incontro riservato con Total: la ministra sapeva delle indagini

di Sara Menafra
dal nostro inviato
POTENZA - Il ministro Guidi sapeva da tempo che il compagno, Gianluca Gemelli, era accusato di corruzione e traffico di influenze per una vicenda, quella di Tempa Rossa, di cui lei stessa si era occupata direttamente. Lo sapeva sin da quando l'uomo d'affari ha ricevuto il primo avviso di garanzia e proroga delle indagini, e ha tenuto l'informazione riservata per almeno un anno, visto che nel corso del tempo Gemelli ha ricevuto due proroghe di indagine. Come la notizia le sia arrivata, oltre al peso del suo interessamento, potrebbero essere alcuni degli elementi sui quali i pm potentini Francesco Basentini e Laura Triassi, coordinati dal procuratore capo Luigi Gay, potrebbero decidere di ascoltarla. Così come potrebbero fare con il ministro per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi, proprio in merito all'emendamento che ha di fatto sbloccato i lavori nello stabilimento della francese Total a Potenza, e del quale fa riferimento al telefono proprio la Guidi.

“IL MINISTRO CI AIUTA”
Nell'autunno 2014, i dirigenti della italiana Technimont chiariscono a Gemelli che per coinvolgerlo nell'affare Tempa Rossa (cosa poi avvenuta, con una commessa da 2,5 milioni) vogliono almeno un incontro riservato con la Guidi. Al telefono Franco Broggi scherza con Gemelli parlando dell'appuntamento tra “Mimì e Cocò” o tra “i due dell'Ave Maria”. Il 23 ottobre gli chiarisce che questo sarà decisivo per il suo affare: «Se c'è quell'incontro a breve tra chi sai tu e chi sai tu, tutto si fa nella vita», e Gemelli ride: «Tu sei un mafioso siciliano». L'incontro avviene realmente e Broggi sembra persino preoccupato dal diffondersi della notizia: «Sta circolando corrispondenza interna, dove si dice che la persona interverrà a nostro favore verso Total». Ma poi l'affare va avanti tranquillamente, sebbene già a gennaio 2015 Guidi e Gemelli capiscano che c'è un'indagine in corso. Non hanno ancora ricevuto l'avviso di garanzia e, del resto, Gemelli è indagato da quattro mesi e non dai sei necessari per la prima proroga.

Una informativa della Squadra mobile potentina, guidata dal dottor Carlo Pagano, ora agli atti dell'inchiesta dice con chiarezza che sia il ministro sia il compagno fanno «espliciti riferimenti al probabile coinvolgimento del Gemelli in una certa vicenda ed alla possibilità di conseguenze politiche indirette anche per lo stesso ministro». Ad un certo punto Guidi dice al compagno: «Non ci devono essere danni per entrambi». Ma quando lei giorni dopo, insiste per discutere delle pressioni di Technimont sul suo ministero, lui sbotta: «A me mi brucia l'orecchio con il telefono».

IL CAPO DELLA SEGRETERIA
Ma le intermediazioni di Gemelli a favore delle due società sono di mille forme. Al convegno dell'11 novembre sulle Energie rinnovabili organizzato da Italiani Europei, è lui ad occuparsi di far avere ai rappresentanti della Total due posti in prima fila. Ne parla entusiasta con la compagna: «Allora guarda che io vengo al convegno...ho inviato anche il numero due di Total, l'ho fatto invitare... e me lo faccio sedere vicino così facciamo un po' di show». Quindi contatta Paolo Quinto «membro dell'assemblea nazionale del Pd e capo segreteria della senatrice Anna Finocchiaro, oltre che candidato alla Camera nel febbraio 2014» chiedendo «a quest'ultimo come poter fare nel caso gli servisse far invitare una persona della Total al convegno». Poi richiama il rappresentante di Total Italia Cobianchi per inviargli l'invito: «Sa perché ho pensato a lei? È Italiani Europei che promuove e quindi è D'Alema e company e il sindaco di Bari più o meno è messo là, può essere una cosa interessante». Il riferimento a Michele Emiliano sembra essere più che altro l'occasione per poter superare la contrarietà della Regione Puglia al progetto. Cobianchi mostra interesse: «Ah, ho capito...ho capito, risvolto un po' politico anche, diciamo!». E Gemelli: «Purtroppo, viviamo in Italia!». Entusiasta del risultato, dopo il convegno commenta con Broggi di Technimont: «È andata benissimo, ringraziamenti infiniti...erano praticamente che ci mancava il pannolino».

LA CONVOCAZIONE
La partita più complessa, però, è l'approvazione dell'emendamento a favore degli stabilimenti Total a Tempa Rossa. «L'emendamento alla legge di stabilità – si legge nell'ordinanza - finiva col riconoscere al Governo (e soprattutto anche al Ministro per lo Sviluppo economico) il potere di concedere le opportune autorizzazioni alle società del settore petrolifero per tutte quelle opere ed infrastrutture che potevano agevolare la fase di stoccaggio e trasporto del materiale: tale potere governativo andava azionato d'intesa con la Regione interessata e, in caso di mancanza di intesa, poteva essere esercitato dall'autorità governativa in piena autonomia». Una scelta sicuramente molto gradita a Total tanto che proprio per questo la procura sta valutando, per capirne meglio l'iter, di convocare il ministro Maria Elena Boschi come persona informata sui fatti e chiedere chiarimenti. Dopo l'approvazione, di certo, Gemelli chiama Cobianchi di Total Italia e passa all'incasso. Gli propone un incontro per «fare il punto della situazione e capire come siamo messi, nel senso se posso dare una mano...cioè quello che abbiamo fatto sì, il punto della situazione esatto». Cobianchi mette in chiaro quali sono le priorità di Total: «Vediamo questa nuova prospettiva, sempre nell'auspicio che le cose vadano avanti tutte. Certamente Taranto è per noi è fondamentale ecco. Senza Taranto il progetto rimane un po' monco».
Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Aprile 2016, 09:48
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