Ecco il governo Gentiloni: Alfano agli Esteri, Minniti all'Interno, Padoan alle Finanze. Fiducia, scoppia la grana Verdini

Ecco il governo Gentiloni, ma scoppia la grana Verdini -Guarda
Ecco il governo Gentiloni: Alfano agli Esteri, Minniti all'Interno, Padoan alle Finanze. Finocchiaro e Madia nella squadra. Maria Elena Boschi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ma per la fiducia, scoppia la grana Verdini. E subito dopo le 20, il governo al completo ha giurato al Quirinale. L'esecutivo è ora nella pienezza dei poteri. Dopo il giuramento la foto rito con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

ECCO LA SQUADRA DI GOVERNO Maria Elena Boschi è il nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con funzione di segretario del Consiglio dei ministri. Lo ha annunciato il capo del Governo, Paolo Gentiloni. Boschi prende il posto di Claudio De Vincenti, che diventa ministro senza portafoglio della Coesione Sociale e del Mezzogiorno. Tra le novità rispetto all'Esecutivo Renzi ci sono Valeria Fedeli all'Istruzione e Anna Finocchiaro come ministro senza portafoglio ai Rapporti con il Parlamento. Marianna Madia è stata confermata alla Semplificazione e alla Pubblica amministrazione, Beatrice Lorenzin alla Salute. Martina è stato confermato alle Politiche Agricole, Gian Luca Galletti all'Ambiente, Dario Franceschini alla Cultura. Enrico Costa resta ministro senza portafoglio agli Affari regionali. Luca Lotti prende la delega allo Sport.

ZANETTI LASCIA MEF, ALA-SC NON IN ESECUTIVO Il vice ministro dell'Economia Enrico Zanetti, a quanto si apprende da fonti parlamentari, lascerà il Mef. La decisione, si apprende ancora, è in linea con la scelta del gruppo Ala-Scelta Civica di non accettare altri posti nel governo Gentiloni dopo che il neo presidente del Consiglio ha diramato, dal Quirinale la lista dei ministri.

PINOTTI RESTA ALLA DIFESA Alfano il nuovo ministro degli Esteri del Governo Gentiloni. Lo ha annunciato lo stesso presidente del Consiglio dopo aver sciolto la riserva al Quirinale. Il posto che è stato di Alfano al Ministero dell'Interno verrà ricoperto da Marco Minniti, alla Giustizia resta Andrea Orlando così come alla Difesa Roberta Pinotti. 

GENTILONI, CONSAPEVOLE DIFFICOLTÀ POLITICHE DOPO REFERENDUM «Non mi nascondo le difficoltà politiche che derivano dall'esito del referendum e della successiva crisi politica. Sono difficoltà cui dobbiamo far fronte». Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Quirinale.

FINOCCHIARO A RAPPORTI CON PARLAMENTO, GESTIRÀ IL DOPO-BOSCHI A quasi 20 anni dalla nomina a ministro per le Pari Opportunità del primo esecutivo Prodi, Anna Finocchiaro rientra nei ranghi governativi come ministro dei Rapporti con il Parlamento, ereditando il ruolo di Maria Elena Boschi. Nata a Modica il 31 marzo del 1955, laureata in Giurisprudenza, nel 1981 entra come funzionario alla Banca d'Italia ma un anno dopo diventa pretore e successivamente sostituto procuratore a Catania. Deputata nel 1987 con il Pci e eletta in seguito con il Pds-Ds, comincia la sua carriera in parlamento, interrotta solo dall'incarico ottenuto al dicastero delle Pari Opportunità.
Nel 2001, alle elezioni vinte da Silvio Berlusconi, strappa un seggio con i Ds a Montecitorio e nel 2006 con la legislatura seguente, viene riconfermata ma stavolta al Senato nella lista dell'Unione. Nel 2007, con la nascita del Pd di cui è una dei fondatori, diventa capogruppo a palazzo Madama. Nel 2008 viene candidata alle regionali in Sicilia ma viene sconfitta senza appello dal candidato del centrodestra Raffaele Lombardo. Presidente della commissione Affari Costituzionali al Senato, in questa legislatura ha lavorato fianco a fianco con il ministro Boschi, all'elaborazione del testo di riforma approvato dal Parlamento ma bocciato il 4 dicembre dagli italiani.






Maria Elena Boschi lascia il ministero delle Riforme per palazzo Chigi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio e assumerebbe le deleghe di Claudio De Vincenti che a sua volta prenderebbe la guida di un nuovo ministero ad hoc per il Sud.

Scoppia la grana Verdini. «Non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis». Così Denis Verdini e Enrico Zanetti in una nota affermando che il governo «deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio».





«In questi giorni abbiamo rappresentato al Presidente della Repubblica e successivamente al Presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità: siamo convinti che il Paese abbia bisogno di un governo nella pienezza delle sue funzioni, sufficientemente forte per far fronte alle immediate emergenze economiche ed internazionali legate al ruolo del nostro Paese, e alla imprescindibile necessità di una legge elettorale che, a nostro avviso, non può che essere il frutto del lavoro del Parlamento della Repubblica e che doveva e deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio, affermano Verdini e Zanetti. »Di tutto ciò non abbiamo avuto dal presidente del Consiglio incaricato alcun riscontro: al contrario apprendiamo la seria possibilità che venga varato un governo «fotocopia», senza alcun approfondimento sulle questioni in campo. Di conseguenza, in coerenza con un'azione che in questi ultimi diciassette mesi ha assicurato al Paese la governabilità e la realizzazione di importanti provvedimenti senza alcuna contropartita, non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis«, concludono.




Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Dicembre 2016, 11:55
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