Scontro Boldrini-M5S, giallo sul tweet. Lo staff della presidente: «E' un falso»

Scontro Boldrini-M5S, giallo sul tweet Lo staff della presidente: «E' un falso»
Nonostante gli inviti a moderare i toni, non si placa lo scontro tra la presidente della Camera, Laura Boldrini e il Movimento 5 Stelle.

«È in corso un pestaggio mediatico», è l'allarme della Presidente della Camera che manifesta la sua solidarietà a Daria Bignardi, Corrado Augias e Fabio Fazio finti sotto attacco dei 'grillinì. Il suo è anche un invito a non usare la rete «in modo violento»: lei stessa, d'altra parte, è stata oggetto di pesanti incursioni sul web che anche il premier deplora. La «corsa verso la barbarie intrapresa da Grillo, pare senza fine, non ci può essere tolleranza verso questo modo di fare politica» tira dritto il premier che già nei giorni scorsi aveva chiesto tolleranza zero verso un modo sguaiato e pericoloso di fare opposizione.



Un altolà, al dire il vero, sottoscritto anche dal leader del Movimento che solo pochi giorni fa aveva richiamato all'ordine deputati e senatori. Peccato che proprio dal blog di Grillo arrivano oggi i pesanti attacchi a Daria Bignardi 'reà di aver fatto domande ad Alessandro Di Battista sul trascorso 'fascistà di suo padre. «Come sarebbe per te se ti invitassi a una trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere il nonno mandante di un assassino? Come è l'aver sposato il figlio di un assassino?» le chiede, alludendo ad Adriano Sofri, uno dei responsabili comunicazione del Movimento, Rocco Casalino sul blog di Beppe Grillo. Ma è un altro dei 'comunicatorì del M5s a fare oggi i conti con lo stop impresso dal leader del Movimento alle dichiarazioni estreme, agli insulti. Si tratta del responsabile dell'ufficio comunicazione del Senato, Claudio Messora che twitta in rete un pesante insulto alla Presidente della Camera. È la coda di una polemica che vede la terza carica dello stato al centro degli attacchi del Movimento.



Ieri la presidente di Montecitorio aveva commentato il famoso video postato sul blog di Grillo definendolo una «istigazione alla violenza» a «sfondo sessista». E aveva aggiunto: «Chi partecipa al quel blog non vuole il confronto ma offendere e umiliare. Sono potenziali stupratori». Messora commenta, via Twitter: «Cara Laura - scrive - volevo tranquillizzarti.. Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non corri nessun rischio!». Altro che sessista, il commento scatena una nuova ondata di indignazione. E il 'comunicatorè resosi conto di aver sbagliato, di non «essere stato di classe» chiede scusa. «Non era mia intenzione offendere Laura Boldrini. Se a causa di una mia battuta è accaduto, me ne scuso. Ora torniamo a parlare di contenuti».



Scuse che non bastano, però, a placare le polemiche anche dentro il Movimento anche se il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio respinge al mittente l'accusa («Io mi dissocio dall'accusa di essere un potenziale stupratore; non lo si può dire specie da parte di una carica istituzionale» afferma ). Quattro senatori, da tempo irritati per il modo di 'comunicarè del loro addetto stampa, prendono le distanze. «Stigmatizziamo con fermezza ogni forma di violenza e di aggressione sia verbale che fisica» dicono Lorenzo Battista, Laura Bignami, Monica Casaletto e Luis Alberto Orellana che rimarcano gli attacchi alla persona e si dissociano: «I contenuti del blog non sono redatti con il consenso o la partecipazione di chi rappresenta democraticamente il paese».



Il 'caso' Messora finisce anche al centro di una riunione del gruppo del Senato: e il responsabile comunicazione rischia ora il benservito. Durante la riunione c'è infatti chi parla apertamente di 'passo indietrò e chi di «diffida». Di certo, si dice in riunione non dovranno verificarsi «mai più episodi di questo genere». Messora finisce peraltro al centro di un'altra questione che turba i già difficilissimi rapporti con la presidente della Camera. È caso di un presunto 'tweet' della Boldrini, riportato dal blog e sulla pagina Fb di Grillo che in realtà la Presidente non ha mai scritto. Un vero e proprio giallo che tuttavia riporta Messora al centro della contesa visto che il 'fakè rilancia proprio la frase della Presidente sui 'potenziali stupratorì che lui ritweetta e commenta. «È assurdo, noi non abbiamo taroccato nulla» si difende Messora. Ma il giallo resta. Chi ha falsificato il tweet? E perchè?



Lo staff della presidente della Camera chiede «spiegazioni ai siti e ai blog che hanno pubblicato e poi rimosso il falso tweet attribuito al profilo twitter ufficiale di Laura Boldrini. Spieghino quali sono le loro fonti e quali verifiche abbiano fatto prima di pubblicare». «È estremamente grave che possa essere utilizzato il profilo digitale di qualcun altro, specialmente di un'alta carica dello Stato, per veicolare tweet o post falsi



«Ribadiamo, come già affermato - prosegue la nota dello staff della presidente Boldrini - che non è stato mai postato sul profilo della presidente un tweet con il seguente testo: '#chetempochefa chi segue il blog di Grillo non si confronta sui contenuti ma offende in modo sessista.
Sono potenziali stupratorì».

Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Febbraio 2014, 17:02
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