Art. 18, la minoranza Pd pronta a votare:
la sfida a Renzi a colpi di emendamenti

Art. 18, la minoranza Pd pronta a votare: ​la sfida a Renzi a colpi di emendamenti

di Alessandra Severini
ROMA - N scissione, n ostruzionismo, ma una sfida a viso aperto anche puntando sulla comunicazione che, per la minoranza Pd non mai stato un punto di forza. I ribelli dem si preparano a dare battaglia a Renzi sul Jobs act a colpi di emendamenti.





Qualche decina in tutto, che portano la firma di una quarantina di parlamentari e si inseriscono nei 700 presentati complessivamente alla riforma. Tra le proposte di modifica, quella che difende l'art.18, prevedendo la sua applicazione a partire dal quarto anno di assunzione. Poi la drastica riduzione dei contratti precari e la richiesta di emanare i decreti sulla riforma degli ammortizzatori sociali contemporaneamente a quelli che modificheranno le tipologie contrattuali.



Molti di questi però sembrano indigeribili per l'esecutivo (oltre a far alzare le barricate agli alleati di Ncd) e la tensione nel Pd non accenna a diminuire. Bersani torna a chiedere «rispetto» al premier: «Governi con il mio 25%». Debora Serracchiani ha fatto sapere che Renzi non accetterà veti da nessuno e che la linea la deciderà la direzione di lunedì. Renzi è convinto che la minoranza usi l'art.18 più come una prova di forza, per sottolineare la sua rilevanza nel partito. In realtà sembra che nessuno voglia arrivare alla scissione e la mediazione potrebbe trovarsi in un contratto che preveda 10 anni prima di arrivare all'applicazione piena dell'art.18. Se una mediazione non dovesse essere trovata, a Palazzo Madama la delega sul lavoro rischia di non passare, a meno che non arrivino in soccorso i voti di Forza Italia.



Il ministro del Tesoro Padoan giudica «paradossale» il dibattito sull'art.18 e sostiene che «dopo la riforma, il mercato del lavoro offrirà più prospettive di investimento e di crescita e retribuzioni più elevate». Speriamo abbia ragione perché l'economia continua a fornire dati negativi. Secondo l'Istat, nel periodo 2008-12 fra artigiani e operai specializzati sono sfumati 555 mila posti di lavoro, mentre, rileva il Cerved, i fallimenti aziendali sono cresciuti, nel secondo trimestre di quest'anno, del 14,3%. Nei primi sei mesi del 2014 i default hanno toccato il record assoluto di 8.120 (+10,5%).



Il Parlamento intanto riesce a sbloccare la nomina dei membri laici del Csm, completando con l'elezione di Pierantonio Zanettin (FI) e Paola Balducci (Sel) la pattuglia degli otto che entreranno a Palazzo dei Marescialli. Rimane invece ancora aperta la questione della nomina dei due giudici costituzionali, con l'ennesima votazione senza esito. Pd e Fi hanno votato scheda bianca per prendere ancora altro tempo, non bruciare definitivamente la candidatura dem di Luciano Violante e chiarire la posizione giudiziaria di Donato Bruno, che sarebbe indagato ad Isernia. Il Pd infatti non ha intenzione di mandare un indagato alla Corte Costituzionale. Forza Italia però punta i piedi e assicura che «se dovesse cadere Bruno cadrebbe anche Violante perché il pacchetto ormai è unico».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Settembre 2014, 12:31
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