Alfano, dietrofront su elezioni e referendum:
"Urne aperte solo di domenica"

Alfano, dietrofront su elezioni e referendum: "Urne aperte solo di domenica"

di Alessandra Severini
Voto solo di domenica, sia per le amministrative di giugno sia per il referendum di ottobre, L'ipotesi ventilata dal ministro dell'Interno Alfano di tenere aperte le urne anche nella giornata del lunedì è naufragata sotto un diluvio di polemiche. Le critiche erano arrivate anche dall'ex presidente del Consiglio Enrico Letta, autore, nell'ambito delle misure di spending review, della riforma che aveva introdotto il giorno unico per le tornate elettorali. «Mi chiedo proprio il senso di questo cambiamento. Costa molto. Ovunque in Europa si vota in un solo giorno».

Il giorno in più sarebbe costato, secondo i critici, tra i 100 e i 500 milioni in più. Così Alfano è tornato sui suoi passi: «Di fronte a tante polemiche pretestuose e strumentali sia riguardo i costi sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alla base di questa mia iniziativa ha detto il ministro - valuto opportuno lasciare le cose così come stanno». A scanso di equivoci, però, Alfano ha sostenuto che la spesa in più per votare anche di lunedì «non sarebbe stata di 120 milioni di euro, ma di circa 5 milioni di euro per le amministrative e di circa 18 per il referendum». Anche il dietrofront viene irriso dalle opposizioni. «Contrordine al contrordine. E' caos totale nel governo», twitta Renato Brunetta di FI.

La campagna referendaria per il Sì partirà ufficialmente sabato 21 maggio a Bergamo. E lì che il premier Matteo Renzi chiama a raccolta «l''Italia che dice Sì e che non vuole fermarsi. Che non vuole tornare alla palude, all'ingovernabilità, agli inciuci». In verità la campagna è già bella che iniziata, come confermano le parole del premier, all'attacco del fronte del No: «Personalizzare lo scontro non è il mio obiettivo, ma quello del fronte del No che, comprensibilmente, sui contenuti si trova un po' a disagio». Gli argomenti a difesa della riforma costituzionale sono sempre gli stessi: «Ma davvero - scrive Renzi nella enews - vogliono mantenere tutte queste poltrone? Questo bicameralismo che non volevano nemmeno i costituenti?». Il M5S intanto continua a essere scosso dal caso Pizzarotti, con Di Maio che avverte il sindaco di Parma: «Chi non rispetta le regole non fa parte del Movimento».
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Maggio 2016, 08:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA