Tangenti per Malpensa, nel mirino un funzionario
ministeriale: “Corrotto con cene, viaggi ed escort”

Tangenti per Malpensa, nel mirino un funzionario ministeriale: “Corrotto con cene, viaggi ed escort”

di Angela Calzoni
Porta fino al ministero dello Sviluppo Economico l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano sul giro di tangenti per ottenere subappalti in grandi opere pubbliche in Lombardia. Tra gli indagati infatti figura Pierpaolo Tondo, funzionario del ministero, accusato di millantato credito: sosteneva di poter fare pressioni su funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Milano e Roma. E in cambio della sua collaborazione con l’associazione a delinquere azzerata lunedì avrebbe ricevuto dall’imprenditore Venturino Austoni, anche lui finito in carcere, somme di denaro in contanti e viaggi gratuiti a Milano comprensivi di cene, albergo e escort per restazioni sessuali a pagamento.

Secondo le indagini, il gruppo poteva vantare altri contatti eccellenti. Utilizzava faccendieri - come il bresciano Alessandro Raineri - che in cambio di denaro «intermediavano i rapporti con politici e funzionari pubblici». Tra i contatti di Raineri, c’era anche l’ex prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca. In un’intercettazione del 2 febbraio 2015, Tronca chiede al faccendiere di organizzare una cena con il consigliere regionale della lista Maroni Alessandro Sala. «Digli con la scusa che ci siamo sentiti che ho voglia di mangiare lo spiedo», lo sollecita l’ex prefetto di Milano, che in questa inchiesta non è indagato ma è parte lesa. Frequenti anche le telefonate tra Raineri e il giudice della Corte Costituzionale Carlo Visconti e monsignor Vittorio Formentini, «che pur operando in Vaticano chiedeva a lui dei pass per presenziare a funzioni liturgiche all’interno della Santa Sede». Il gruppo di imprenditori calabresi, ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, sarebbe riuscito a aggiudicandosi lavori pubblici tramite la società Infrasit di Salvatore Piccoli, tra cui «quelli per la realizzazione della Piastra Expo spa».

Lo ha messo nero su bianco il gip Alessandra Simion nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Piccoli e di altre 13 persone nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per alcuni subappalti, tra cui il trenino che deve collegare i terminal 1 e 2 della Malpensa. I “calabresi” dal giugno del 2013 in poi, si sarebbero inseriti anche in altre importanti commesse, tra cui quelle «per la costruzione del Centro commerciale Il Centro di Arese e per lavori relativi la messa in sicurezza della A7 Milano-Genova». La mente del gruppo era il bergamasco Pierino Zanga, che attraverso «professionisti spregiudicati» era in grado di reperire teste di legno e creare società fittizie. Ricorreva «alla corruzione per ottenere i subappalti» e «alle minacce e a metodi intimidatori per risolvere i problemi di concorrenza».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Ottobre 2016, 09:53
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