Spari in tribunale, 3 morti: arrestato il killer.
"Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato"

Milano choc, spari in Tribunale: tre morti e due feriti. Il killer: "Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato"

di Salvatore Garzillo
MILANO - Poco più di un’ora e le certezze sulla sicurezza di Milano e dell’Expo vengono spazzate via da 13 colpi di pistola esplosi nel tribunale da Claudio Giardiello, imprenditore 57enne originario di Benevento.







Entra come imputato per un processo per bancarotta fraudolenta ed esce come killer di tre persone: l’ex giudice fallimentare Fernando Ciampi, 72 anni, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, 37, Giorgio Erba, di 60, coimputato dell’assassino. Ferisce gravemente Davide Limoncelli, 40 anni, socio di Giardiello e altro coimputato, e gambizza il commercialista Stefano Verna, di 51, che in passato si era occupato della sua vicenda giudiziaria. Infine, dopo una fuga in scooter fino a Vimercate, a circa 30 chilometri di distanza, è arrestato prima di uccidere Massimo D’Anzuoni, suo socio di minoranza in una società che non si era presentato in aula.



Questa la ricostruzione. Alle 10.30 Giardiello parcheggia il suo scooter Suzuki in via Manara, uno degli ingressi laterali del tribunale. Con calma raggiunge la porta e mostra alla guardia un tesserino da avvocato. È falso ma nessuno se ne accorge. Giardiello sa bene che da quell’ingresso passano solo gli addetti ai lavori e per questo i controlli sono blandi, non c’è neppure il metal detector e quindi è impossibile scoprire la Beretta calibro 9x21 che porta nella cintola.











Sale al terzo piano dove sta per iniziare l’udienza per il crac della sua società Immobiliare Magenta, di cui deteneva la quota di maggioranza, fallita nel 2008. A un certo punto ha uno scontro verbale col suo legale, Michele Rocchetti, estrae la pistola e spara 10 colpi. Centra Erba, colpisce al cuore l’avvocato Claris Appiani (suo ex difensore che aveva rimesso il mandato e ora faceva da testimone) e colpisce Limongelli (operato e ora fuori pericolo). Esce e scendendo le scale incontra Verna, lo riconosce e gli spara alla gamba. Non si ferma, risale al secondo piano e raggiunge la stanza 250 del giudice fallimentare Ciampi. Quando entra il magistrato è girato verso il pc, i proiettili entrano nell’inguine e nella scapola finendo in gola. In tribunale è panico. Tutti fuggono e il killer ne approfitta per scappare da via Manara. Con lo scooter raggiunge Brugherio, dove le telecamere identificano la targa e inviano l’alert in centrale operativa. Viene bloccato poco dopo le 12 dai militari della compagnia di Vimercate nel parcheggio del centro commerciale Torri Bianche. Aveva due caricatori e voleva uccidere ancora. In caserma ha avuto un malore, motivo che ha spostato il suo interrogatorio. «Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato», confessa. Nella sua testa c’era l’ex socio Massimo D’Anzuoni, ma ci sono ancora punti oscuri. «Sia fatta piena luce», ha chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.











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+++FLASH NEWS+++Spari in un'aula del #Tribunale: terrore a #Milano Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Giovedì 9 aprile 2015




Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Aprile 2015, 11:53
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